Rovigo, 14 aprile 2014 - LETTERE d’amore con fiocchetti rossi fuori dall’ex genio civile. La città ieri si è svegliata con una bella sorpresa: appese sulla catena che chiude la porta, attaccate alla maniglia, annodate ai rami degli alberi e delle siepi che circondano l’edificio dell’ex genio civile c’erano decine di lettere d’amore, scritte in corsivo, sofferte e sentite.

L’immobile è chiuso e abbandonato da anni, di proprietà della Regione. All’angolo tra piazza della Repubblica e corso del Popolo, ieri mattina, la gente si fermava incuriosita. Quasi tutte le missive, scritte a mano con calligrafia molto elegante, non sono firmate, tranne una, a nome di Francesco. Raccontano di una storia d’amore, forse di più storie. Di un lui che attende conferme da un amico e da un amore. Di appuntamenti sperati, attesi. Di risposte a domande d’amore infinito, eterno. Di proclami. «Pensa a me in questa camera dove torneremo, nella quale il mio pensiero ti cerca e dove spero il tuo pensiero mi veda» c’è scritto su di un biglietto.

«Sai quanto t’amo, vorrei dirti molte cose ma la penna non ha più il potere di esprimere ciò che sento. L’amore autentico e vivo ha come sola espressione il silenzio, io taccio». E ancora: «vuoi che facciamo colazione insieme domani? Sono appena rientrato a casa e mi chiedevo se hai tempo e sei libera. Vorrei andassimo in qualche posto ai limiti della terra, dove si mangia male e non capita di incontrare gente conosciuta».

Poi ci sono messaggi di un’ipotetica lei: «Il giorno in cui mi hai detto per la prima volta ti amo ho pensato di non essere abbastanza bella per i tuoi baci, ora temo di non essere sufficientemente angelica per il tuo amore». Ieri, a leggere i tanti messaggi si sono fermate prima due giovani donne. Poi è arrivato un altro gruppo di persone, chiedendo informazioni. «Ci hanno detto che qui veniva, una volta, un uomo con una giovane donna, un amore proibito» spiegano. «Guardate che qui una volta non c’erano le poste ma il genio civile» dice loro un anziano. Ma la curiosità resta. E basta fare un passo più in là che c’è una coppia in mezzo alle fronde degli alberi a toccare le lettere e un signore, solo, a leggere i bigliettini.

Tommaso Moretto