Rovigo, 23 aprile 2014 - VOLEVANO approfittare della via Crucis per mettere a segno il colpo. Erano da poco passate le 21, quando venerdì santo, cinque uomini incappucciati hanno tentato di entrare in una villetta di via Dante Brancaleone, nel quartiere di San Pio X. Dopo aver suonato insistentemente il campanello, senza però trovare risposta, hanno individuato la parte più bassa della recinzione e si sono intrufolati, uno alla volta, facendosi largo tra la siepe. Ma in casa in realtà qualcuno c’era. Melé, la cagnolina lasciata a guardia della casa, ha incominciato ad abbaiare insistentemente e in modo particolarmente aggressivo.

Nessuno dei vicini, però, pareva far caso alla confusione. I malviventi hanno quindi tentato di zittire il cocker, gettandogli contro sassi e terra. Ma dopo un po’, allarmata da tanta confusione, una signora residente nel condominio di fronte alla villetta, si è affacciata alla finestra e, una volta alzata la tapparella, ha incominciato a urlare ai malintenzionati di andarsene. I cinque uomini, probabilmente di nazionalità rumena secondo una prima ricostruzione, si sono quindi allontanati in gran fretta a piedi, in direzione Granzette, temendo l’arrivo della polizia.

«Solo la mattina seguente abbiamo saputo quello che era successo — raccontano i proprietari della villetta, Sergio e Dolores —. La vicina di casa, Irene, agente di polizia alla questura di Rovigo, è stata l’unica che ha avuto il coraggio di intervenire, impedendo che il furto andasse a buon fine. Un gesto di grande valore civile e morale». Se non fosse stato per lei, chissà cosa sarebbe successo alla casa e alla piccola Melé: «Sono passate diverse auto in quel momento, questa è una strada molto trafficata, erano appena le 21.30, di gente in giro ce n’era ancora parecchia. Ma nessuno ha pensato di fermare quei cinque uomini incappucciati che tentavano di oltrepassare la recinzione della mia abitazione. Ormai si ha paura anche di intervenire per sventare un colpo. O, forse, la società è sempre più individualista e se ne frega di quello che succede al vicino di casa».

Continua Sergio: «Non usciamo mai di sera, avevamo anche lasciato la luce della cucina accesa e due balconi socchiusi. Ma questo non ha fermato i ladri. Non capisco cosa cercassero, siamo semplici impiegati e oggetti di valore in casa non ne abbiamo. Quel poco oro che possedevamo ce l’hanno già rubato una decina di anni fa». E spiega: «Non è la prima volta che ci fanno visita. L’anno scorso a Pasqua avevano tentato di entrare in casa alla 11 di mattina, mentre mia moglie era ai fornelli. Un’altra volta li abbiamo trovati in giardino, arrivando con l’auto».
«Non si può più vivere così — si sfoga la moglie Dolores —. Mia figlia ora non vuole più rimanere in casa da sola, troppa la paura. Ci muniremo per forza di un impianto d’allarme. Una spesa che non era prevista, ma necessaria visto l’accaduto. Poi, Rovigo si sta riempiendo di malviventi. Gli zingari del Maddalena si sono solo spostati all’ex manicomio a Granzette. Qui a pochi passi. Come si fa a dormire tranquilli?»

Roberta Merlin