Rovigo, 11 maggio 2014 - Stava pescando. Come ogni sera lungo il Po, a bordo del suo barchino, illuminato da una torcia. Ma ieri notte, o meglio sabato mattina, è stato raggiunto, picchiato e aggredito da due uomini, che l’hanno preso a bastonate provocandogli lesioni che guariranno in una decina di giorni. Erano circa le cinque del mattino, quando un 40enne di Papozze, di origini ungheresi, a bordo della sua imbarcazione che usa abitualmente per andare a caccia di siluri, ha visto alcuni uomini che lo stavano inseguendo. In velocità, ha attraccato la barca a un isolotto nella zona di Bottrighe per avere più stabilità, forse già intuendo le loro intenzioni. I due, da una prima descrizione sembrano italiani, l’hanno afferrato e riempito di botte. Calci, pugni, poi è comparso anche un bastone. Un’aggressione in piena regola, forse per un regolamento di conti interno ai ‘pescatori’, che spesso litigano per divisioni di territorio o di orari. Al pescatore, infatti, non è stato portato via nulla, né portafoglio né l’imbarcazione. Non sembra quindi un’aggressione casuale e occasionale, ma qualcosa di mirato. Gli uomini avrebbero continuato a picchiarlo ancora, e chissà fino a che punto, se non fosse passato nel frattempo un altro pescatore che ha chiamato i carabinieri della compagnia di Adria, per denunciare che stavano massacrando a pugni e calci un uomo. L’allarme è stato dato verso le 6 del mattino. E sul posto, oltre ai carabinieri, sono arrivati anche i vigili del fuoco e i soccorsi del 118.

L’UOMO è stato quindi trasportato all’ospedale di Adria, dove gli hanno diagnosticato 10 giorni di prognosi e curato dalle ferite. Al momento non ha ancora sporto denuncia, ma i carabinieri attendono che venga dimesso per poter far luce sul caso ascoltando il suo racconto. Fondamentale, infatti, è capire le cause di questa aggressione, visto che il sospetto è che non si tratti di un episodio occasionale. Durante la pesca notturna, infatti, spesso ci sono scontri tra i ‘predoni’ del Po, pescatori che spesso non sono in regola con i permessi e le strumentazioni utilizzate.

Caterina Zanirato