Rovigo, 16 maggio 2014 - Ormai ci siamo. Anche gli studenti rodigini, come quelli di tutta Italia, aspettano con ansia la fine dell’anno scolastico e con esso la tanto sudata pagella. Un’attesa che si può trasformare in una e vera propria agonia se a rischio c’è la promozione. Ma alcuni studenti di un istituto rodigino, ormai rassegnati ad essere bocciati o rimandati, hanno pensato di “darsi un aiutino” e, approfittando di un momento di distrazione dell’insegnante, sono riusciti a recuperare la password del registro di classe elettronico, per dare un’aggiustata alle valutazioni relative alle verifiche ed interrogazioni dell’ultimo quadrimestre.

Quello decisivo. E così, molti “4” o “5” si sono improvvisamente trasformati in un “6” politico, o addirittura in qualcosa in più, facendo lievitare la media di tutti quei ragazzi che non potevano vantarsi di essere certo degli “studenti modello”. Ma la marachella non si è limitata a salvare chi era destinato alla bocciatura, pare infatti che gli originali “hacker” si siano ‘fatti prendere la mano’ e abbiano addirittura calato di qualche punto le votazioni dei compagni più bravi, vendicandosi magari di quel compito “non passato”.

Ma le bugie, soprattutto in tema di voti scolastici, hanno le gambe corte e, il giorno seguente , è bastata un’occhiata dell’insegnante della prima ora al registro elettronico per capire quello che era successo. «Fuori il colpevole o ci rimette tutta la classe». Ha minacciato la direttrice scolastica dell’istituto, secondo quanto raccontato dagli studenti, ma nessuno, pare, ha deciso di parlare, colti dal timore che i compagni artefici della mascalzonata, possano essere denunciati per l’accaduto, come pare abbia minacciato la preside.

Omertà che ha messo però in pensiero alcuni genitori, preoccupati del fatto che ci possa essere un ingiusto abbassamento della votazione in condotta , anche sulla pagella di chi non ha compiuto la manomissione incriminata. Un quadro che si ripete tutti gli anni, quello dell’accesso illecito nel registro elettronico da parte degli studenti, sempre più scaltri a livello informatico, molto più degli stessi insegnanti.

Infatti, se manomettere il registro cartaceo rappresentava un’impresa quasi impossibile, visto che i “ritocchi” a penna erano facilmente individuabili, truccare il registro elettronico sembra essere un gioco da ragazzi. Accedere, infatti, ad un registro elettronico è davvero molto semplice, essendo in numerosissimi casi l’utilizzo di tali registri legato a programmi che non blindano le informazioni. Questo significa che, in teoria, basta che uno studente sia connesso alla stessa rete del professore perché il primo possa catturare facilmente le credenziali d’accesso del secondo.
Ne caso dunque che le modifiche effettuate sono “minime” e non eclatanti, come il caso dell’istituto rodigino, la sicurezza del registro è, ancora una volta, affidata solo alla buona memoria degli insegnanti.

Roberta Merlin