Rovigo, 20 giugno 2014 - Schiaffi, pugni e umiliazioni ai pazienti. La Polizia di Stato di Rovigo sta eseguendo dieci ordinanze di custodia cautelare nei confronti di operatori sanitari degli "Istituti Polesani" di Ficarolo (video) ritenuti responsabili dei maltrattamenti. L'indagine ha preso il via dalla denuncia presentata lo scorso anno da alcuni parenti delle vittime che avevano notato lividi ed ecchimosi sul corpo dei familiari ospiti della struttura privata. 

I successivi accertamenti - spiega la Polizia in una nota- hanno fatto emergere una situazione estremamente preoccupante e ben presto i tremendi sospetti hanno preso forma e realtà: schiaffi, pugni, spintoni, tirate di capelli, umiliazioni e vessazioni erano all'ordine del giorno.

Nel prosieguo dell'indagine è definitivamente emerso che la violenza e la brutalità nei confronti di pazienti inermi erano elevate a sistema. La struttura sanitaria in apparenza modello di funzionalità - si legge ancora - in realtà nascondeva dietro le finestre chiuse un vero e proprio lager in cui erano costretti coloro che avevano maggior bisogno di cure e affetto.

Alle richieste dei familiari delle vittime di avere chiarimenti circa le lesioni riscontrate ai propri cari ricoverati, il personale si giustificava ogni volta, sostenendo che gli ospiti si erano infortunati a causa delle precarie condizioni fisiche derivanti da problematiche motorie o da malattie psichiatriche.

Le indagini sono tutt'ora in corso per accertare eventuali responsabilità di altre personeanche esterne alla struttura, grazie anche agli esiti delle perquisizioni effettuate negli uffici degli "Istituti Polesani".  (fonte Agi)

L'indagine, durata mesi nel corso dei quali sono state utilizzate intercettazioni ambientali, è stata coordinata dal sostituto procuratore Monica Bombana, gli arresti sono stati eseguiti della squadra mobile della questura di Rovigo, guidata dal vicequestore aggiunto Bruno Zito. In carcere sono finiti: Candida Visentini, 47 anni, di Ferrara; Lisa Simonetti, 32 anni, di Badia Polesine; Lorena Cannizzaro, 25 anni, di Messina; Elena Chieregato, 34 anni, di Lendinara; Marisa Visentin, 55 anni, di Megliadino San Vitale; Orazio Triberio Muriana, 30 anni, di Modica; Monica Soriani, 47 anni, di Trecenta; Daria Furini, 36 anni, di Trecenta; Gianni Balzan, 41 anni, di Trecenta; Tiziano Gaio, 62 anni, di Ficarolo.

Per altre cinque persone, indagate nel procedimento, non sono invece state emesse misure. Tutti sono chiamati in causa perché, nella loro qualità di medici, infermieri o operatori sanitari, avrebbero maltrattato ospiti della struttura.

 

Zaia: "Se è vero, tolleranza zero"

“Se i fatti ascritti agli arrestati troveranno conferma dal lavoro degli inquirenti e della magistratura applicheremo a questa struttura la tolleranza zero, perché siamo di fronte a operatori che hanno brutalmente tradito la loro missione prima che il loro lavoro e a una struttura mal gestita che deve chiudere, di sicuro non avere più nulla a che fare con il pubblico. Per quanto mi riguarda ho già disposto un’ispezione urgente”. E’ questo il primo commento del presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, appresa la notizia. “Ho immediatamente disposto l’attivazione di un’ispezione amministrativa interna incaricando il direttore generale della sanità e sociale Domenico Mantoan di istituire un’apposita commissione - riferisce Zaia - ma non credo di sbagliarmi se dico che gli elementi raccolti dagli inquirenti appaiono già oggi più che sufficienti perché, appena possibile, questa struttura venga cancellata da qualsiasi ipotesi di collaborazione con il pubblico perché, se è vero che la responsabilità penale è personale, è anche vero che chi la gestiva non l’ha certo fatto con coscienza”.