Rovigo, "Acqua contaminata nelle scuole, coinvolti in 800mila"

La denuncia di Greenpeace e commissione d’inchiesta in Veneto

L’acqua erogata dai rubinetti di alcune scuole primarie del Veneto contiene livelli di Pfas superiori  ai limiti per l’acqua potabile

L’acqua erogata dai rubinetti di alcune scuole primarie del Veneto contiene livelli di Pfas superiori ai limiti per l’acqua potabile

Rovigo, 16 maggio 2017 - L’acqua erogata dai rubinetti di alcune scuole primarie del Veneto contiene livelli di Pfas superiori ai limiti per l’acqua potabile istituiti da Stati Uniti e Svezia e, nella primaria di San Giovanni Lupatoto (Verona), «è stato addirittura superato, seppur di poco, il livello di Pfos (acido Perfluorottansolfonico) consentito nell’acqua potabile in Veneto».

Lo rivela il rapporto «Non ce la beviamo», presentato ieri a Padova da Greenpeace, che contiene i risultati di un monitoraggio effettuato dall’associazione sull’acqua potabile raccolta in 18 scuole primarie e sette fontane pubbliche nelle province di Vicenza, Verona, Padova e Rovigo. «In più della metà dei campioni sono stati superati i valori di Pfas ritenuti sicuri per la salute in Svezia e Stati Uniti», afferma Greenpeace, e «questo dato è ancora più grave visto che gran parte dei superamenti riguarda le scuole» e «i bambini, come è noto, sono tra i soggetti più a rischio».

Altro aspetto rilevante è poi che «i risultati hanno evidenziato, seppur in concentrazioni diverse, la presenza di Pfas in tutti i campioni analizzati, incluse Padova, Verona, Vicenza e alcuni Comuni della provincia di Rovigo». La contaminazione, quindi, si estende ben oltre la zona rossa individuata, il che spinge l’associazione ad affermare che «possiamo dire ora che i cittadini potenzialmente esposti alla contaminazione da Pfas attraverso l’acqua potabile sono oltre 800.000» e che «i provvedimenti di tipo sanitario adottati finora dalla Regione Veneto non sono sufficienti a tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini».

Oltre che nei Comuni della zona rossa, i Pfas sono stati trovati nell’acqua a San Bonifacio e San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, oltre a Verona stessa, e poi Polesella e Occhiobello, in provincia di Rovigo. Per la prima volta, inoltre, sono stati trovati Pfas nell’acqua distribuita nella città di Padova. I pattern di contaminazione rilevati, infine, presentano differenze tali da indurre a pensare che ci possano essere diverse fonti di inquinamento oltre a quella già accertata. Intanto il Consiglio regionale del Veneto ha approvato all’unanimità la proposta che istituisce la Commissione d’Inchiesta per le acque inquinate del Veneto in relazione alla contaminazione di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas). Si tratta di sostanze utilizzate in numerosi prodotti e applicazioni industriali, dotate di elevata persistenza nell’ambiente ed assorbibili anche da parte dell’organismo umano, in particolare tramite il consumo dell’acqua potabile e di alimenti. L’area interessata dall’immissione di Pfas in ambiente si estende per circa 200 kmq, tocca quattro province venete (Vicenza, Verona, Padova e Rovigo).