Borsiste in minigonna, magistrato di Rovigo rischia la sospensione

Anche Davide Nalin nella bufera per il caso nato dalla denuncia del padre di una ragazza

Il magistrato Davide Nalin (foto Donzelli)

Il magistrato Davide Nalin (foto Donzelli)

Rovigo, 14 dicembre 2017 - Domani si saprà se Davide Nalin, pm rodigino, verrà sospeso in via cautelare dall’incarico, senza stipendio. Ed eventualmente per quanto tempo. A chiedere questa misura nei suoi confronti è il procuratore generale della Cassazione, Pasquale Ciccolo, perché teme possa reiterare, cioè continuare a compiere condotte "gravemente scorrette" e "incompatibili" con le funzioni giudiziarie. Episodi che avrebbero danneggiato non solo la sua credibilità di magistrato ma anche quella dell’intera giurisdizione. A decidere sarà la sezione disciplinare del Csm. Tutto parte dalla denuncia del padre di una ragazza, borsista di una scuola, 'Diritto e scienza', rivolta ai laureati in Giurisprudenza che vogliono prepararsi all’esame di Stato per diventare giudici o pm. Scuola diretta da Francesco Bellomo, magistrato quarantenne di origini baresi, ex pm, ora consigliere di Stato a Roma. Lui avrebbe obbligato le allieve a presentarsi ai corsi in minigonna, tacchi a spillo e trucco marcato e preteso anche che non fossero sposate.

Su Bellomo pende una proposta di destituzione. La ragazza, il cui padre ha fatto esplodere il caso, aveva avuto una relazione con Bellomo. Ciccolo contesta a Nalin di aver fatto da 'mediatore' per procurare "indebiti vantaggi di carattere sessuale" al consigliere di Stato, quantomeno la prosecuzione di quel rapporto. Il tutto facendo leva sulla sua autorevolezza di magistrato. Davide Nalin, 39 anni, padovano, è sostituto procuratore a Rovigo da quasi quattro anni. Il suo giuramento è stato il 17 febbraio del 2014 assieme ad altri otto magistrati, di cui sei giudici e due pm. A fine agosto del 2014 nel ruolo di procuratore della Repubblica di Rovigo è arrivato il 65enne Carmelo Ruberto che in Nalin ha sempre avuto grande fiducia. Recentemente i due hanno curato, con la collaborazione del Comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati, un protocollo sulla violenza di genere che è stato presentato pubblicamente alla città.