Rovigo, presa a calci, deve abortire. In tre finiscono a processo

Si tratta dell’ex compagno e delle due figlie di quest’ultimo. Secondo l’accusa l’uomo l’avrebbe anche insultata e perseguitata

La donna, dopo le percosse, sarebbe rovinata violentemente a terra  e ciò le avrebbe causato l’aborto

La donna, dopo le percosse, sarebbe rovinata violentemente a terra e ciò le avrebbe causato l’aborto

Rovigo, 17 novembre 2017 - «Lesioni personali». Questo il reato per il quale sono a processo tre persone, due donne e un uomo, tutti indiani. Si tratta di Satvir Kaur, di 22 anni, di Gurwinder Kaur, di 25 anni mentre il maschio è Baljit Singh, 46 anni. Durante l’udienza di ieri è stata a lungo interrogata la parte offesa, una donna di 37 anni, anche lei indiana e residente in Polesine.

L’inchiesta è del sostituto procuratore Monica Bombana ma ieri a sostenere l’accusa c’era il pubblico ministero Davide Nalin. L’imputato indiano 46enne era con il proprio avvocato, Sofia Tiengo del foro di Rovigo. C’era anche il legale della presunta vittima Dania Pellegrinelli, anche lei del foro di Rovigo.

Tra un mese circa la prossima udienza per ascoltare tutti i testimoni che mancano. A quella successiva probabilmente verrà celebrata la discussione con contestuale sentenza e lettura del dispositivo da parte del collegio, presieduto ieri dal giudice Angelo Risi. Ciò che è emerso con una certa chiarezza è il fatto che per qualche anno, fino al 2013, la parte offesa e l’imputato hanno avuto una relazione sentimentale.

Il fatto per il quale è in fase di dibattimento il processo in questione è del 4 novembre del 2013 e avrebbe avuto luogo a Villadose. Secondo la ricostruzione dell’accusa la vittima sarebbe stata spinta con violenza dai tre imputati fuori da casa loro. Lei sarebbe rovinata a terra sulle pietre del cortile, e questa caduta le avrebbe provocato una voluminosa tumefazione sulla fronte con ematoma. Da qui l’ipotesi di reato «lesioni personali».

Ma la donna sarebbe anche stata offesa con frasi tipo «ti butto fuori di casa p...e «tutta Rovigo sa che sei una p...» e ancora «bugiarda p...».

Secondo la procura di Rovigo tutto questo avrebbe provocato anche l’interruzione della gravidanza. Infatti la parte offesa, come ha ribadito ieri di fronte al collegio giudicante, ha dichiarato che quel 4 novembre era incinta. E che in seguito a quell’episodio avrebbe espulso il feto.

Ieri è stata ascoltata anche una donna, un medico di Ferrara, la quale ha confermato che il materiale in seguito analizzato era effettivamente il frutto di un aborto spontaneo. Ma non vi sarebbe un referto che dimostra il rapporto di causa effetto tra l’aborto e le lesioni subite.

La parte offesa, molto scossa e provata dall’interrogatorio, al termine dell’udienza si è allontanata dall’aula per tornare al proprio lavoro.