Case di riposo, dipendenti pronti a scioperare

Rovigo e Adria in subbuglio. Sindacati: "Vogliamo maggiori garanzie per il futuro"

Casa di riposo (foto d'archivio)

Casa di riposo (foto d'archivio)

Rovigo, 23 febbraio 2017 - Sono pronti a incrociare le braccia i dipendenti delle Case di Riposo di Rovigo e Adria se oggi non verranno date loro maggiori garanzie per il loro futuro professionale. Le bandiere e gli striscioni delle tre sigle sindacali sventoleranno infatti nei consigli comunale di Rovigo ed Adria in programma rispettivamente oggi pomeriggio e questa sera. I circa 350 dipendenti (204 in servizio all’Iras e circa 140 nella adriese Csa (Centro servizio per anziani) , reduci dalla recente riorganizzazione interna messa in atto in entrambe le strutture, chiedono maggiori garanzie per il futuro, non solo dal punto di vista salariale ma anche organizzativo.

«Attendiamo con ansia la relazione che il commissario dell’Iras Tiziana Stella illustrerà oggi in consiglio – spiega Davide Benazzo, segretario provinciale Fp -, ma vogliamo anche essere ascoltati. Chiediamo, prima di tutto, la definizione a medio-lungo termine di un piano industriale. Non meno importante poi il tema salariale. Gli operatori non vedono il salario accessorio dal 2013, in tutto ci sono in ballo 500 mila euro complessivi non percepiti, soldi che di cui sono stati privati i lavoratori senza però investimenti messi in atto dall’ente». I sindacati chiedono inoltre una maggiore valorizzazione delle personalità impegnate in un lavoro usurante e di responsabilità come quello effettuato dagli operatori sanitari, la maggior parte personale in possesso di una laurea triennale.

«Se Stella non ci darà le garanzie e le risposte che attendiamo – fa sapere Benazzo, convocheremo subito un’assemblea politica in vista di una manifestazione in Regione. La situazione degli operatori dell’Iras è diventata ormai insostenibile. I turni sono sempre più massacranti e non c’è alcuna progettualità per il futuro. Ad Adria i dipendenti della Casa di Riposo hanno già dichiarato lo stato di agitazione e, a detta del sindacato, sono pronti ad incrociare le braccia se il neo direttore Mauro Badiale e la presidente Sandra Passadore non dimostreranno la volontà di dialogare con i circa 140 dipendenti. Personale che – spiega Benazzo – è stato totalmente escluso dalla riorganizzazione messa in atto da Badiale». I sindacati chiederanno stasera ad Adria dunque un confronto diretto con i vertici di ‘Csa’.

«Alle 10, - continua il segretario Cgil.Fp - sindacati e lavoratori della Csa andranno dal prefetto di Enrico Caterino per tentare la procedura di raffreddamento. Se non ci sarà nessuna apertura da parte dei vertici, gli operatori sono pronti ad incrociare le braccia». I sindacati fanno sapere inoltre che inevitabile sarà mettersi a tavolino con la nuova Ulss per collaborare alla nuova organizzazione degli ospedali di comunità, ossia il dirottamento di un certo numeri di pazienti geriatrici dall’ospedale alla casa di riposo, come previsto dalla recente riforma regionale.