La rabbia dei profughi, cibo scadente e permessi di soggiorno in ritardo

Ore di tensione a Cavanella Po nei pressi del centro d’accoglienza

I migranti mentre protestano al freddo e sotto la pioggia davanti al centro d’accoglienza

I migranti mentre protestano al freddo e sotto la pioggia davanti al centro d’accoglienza

Cavanella Po (Rovigo), 23 febbraio 2018 - Non solo a Cona, nel veneziano, dove più volte è scoppiata una rivolta al centro d’accoglienza. Anche a Cavanella Po, ieri mattina, un gruppo di migranti richiedenti asilo è sceso in strada per denunciare le presunte cattive condizioni di accoglienza nell’ostello di Borgo Fiorito dove sono ospitati. In particolare, i manifestanti si sono lamentati della qualità del cibo che viene loro servito, che sarebbe scadente e in alcuni casi anche scaduto.

Una quarantina di migranti ospiti del centro di accoglienza sono scesi in strada però anche per protestare contro i ritardi accorsi nel rilascio dei documenti. La protesta, durata dalle 10.30 alle 14.30 è rientrata grazie all’intervento di un mediatore culturale. Sul posto anche il sindaco di Adria, Massimo Barbujani, poche ore prima di essere silurato da 9 consiglieri che l’hanno sfiduciato.

A far scattare la rabbia dei profughi, i ritardi dovuti al rilascio del permesso di soggiorno ed il rilascio dei documenti la carta di identità. I rifugiati sono dunque scesi in strada chiedendo l’intervento delle forze dell’ordine per accelerare i tempi della consegna degli status e hanno presidiato la zona bloccando l’ingresso del furgone che porta i pasti all’interno del centro.

«Mangiamo male» hanno detto. Hanno invaso il centro e per ore hanno ripetuto che vogliono del cibo dignitoso, che il Comune di Adria non rilascia loro i documenti e che Borgo Fiorito è un posto troppo isolato rispetto al centro urbano. Sono intervenuti i carabinieri, la polizia locale di Adria e la polizia di Stato. Una ventina di persone impegnate in tutto fra cui il commissario di polizia Francesco Mattioli e il comandante della polizia locale Pierantonio Moretto che si sono impegnati a lungo affinché la situazione non degenerasse.

Gli immigrati non volevano far passare il furgone dei pasti perché dicevano che il cibo non era di loro gradimento. Dopo una lunga discussione le forze dell’ordine sono riusciti a farlo passare e la situazione si è calmata, almeno in parte. I profughi che alloggiano a Borgo Fiorito sono circa circa 90. Quelli che hanno protestato erano una quarantina. Sono andati avanti per ore a chiedere quelli che secondo loro sono i loro diritti. Sotto la pioggia battente e un freddo polare che non hanno dato tregua. C’è voluto l’intervento di un mediatore culturale a far calmare le acque. Soltanto dopo la protesta è definitivamente rientrata.

Gli abitanti di Cavanella Po sono rimasti senza parole. I profughi sono arrivati a Borgo Fiorito nell’ottobre 2016. Inizialmente erano circa una ventina, poi sempre di più fino ad arrivare addirittura a 130. In questi giorni la questione «profughi, immigrati» è molto calda, infatti ci sono state delle riunioni dal Prefetto. Pare che alcuni profughi di Cavanella Po che alloggiano a Borgo Fiorito, e alcuni di Loreo che alloggiano all’hotel Piccola Venezia, vengano trasferiti all’ hotel Mancin che si trova sulla strada statale Romea a Taglio di Po. Della questione «immigrati», inoltre, si è parlato anche una settimana fa a Taglio di Po, in una serata organizzata dalla consigliera comunale Layla Marangoni.