Rovigo, finge il suicidio in un video. Denunciato per procurato allarme

Vendetta choc per un amore finito. L'uomo, un pugliese, ha mandato il video alla ex fidanzata, che ha subito chiamato i carabinieri. Ma era tutta una montatura

Un'auto dei carabinieri (Foto Donzelli)

Un'auto dei carabinieri (Foto Donzelli)

Rovigo, 8 gennaio 2018 - Finge di uccidersi, con tanto di filmato, per far soffrire la fidanzata e si ritrova denunciato per procurato allarme. Una storia ai limiti dell’incredibile quella che unisce virtualmente le province di Padova e Rovigo con la Puglia e l’Europa dell’Est.

Tutto inizia con una storia d’amore. Come spesso accade, in una delle due parti l’allontanamento ha causato più sofferenza che nell’altra. La situazione è precipitata la sera del 31 dicembre, prima dei brindisi di mezzanotte. Il protagonista di questa storia, un pugliese di 33 anni residente a Manduria, provincia di Taranto, ha pensato di realizzare un video nel quale lui stesso prende in mano una pistola e si spara all’altezza del cuore. Filmato che avrebbe fatto poi arrivare tramite «Whatsapp» al cellulare della sorella della sua fidanzata, 35 anni, entrambe cittadine di un paese dell’Est europeo e residenti a Rovigo.

La donna che ha ricevuto il messaggio non ha esitato ed ha composto il numero di emergenza dei carabinieri, cioè il «112». Ha risposto la centrale operativa di Padova, probabilmente perché la persona che ha chiamato in quel momento si trovava al di là dell’Adige. I militari hanno immediatamente informato i colleghi della provincia di Taranto che non hanno impiegato molto per presentarsi a casa del giovane che aveva realizzato il filmato.

L’hanno trovato in perfette condizioni di salute. Ormai all’angolo, non molte ore dopo l’invio del fatidico filmato, il tarantino si è visto costretto ad ammettere la ricostruzione dei fatti. Nonostante la vicenda non abbia avuto un finale drammatico, per il 33 enne di Manduria ora si profila uno strascico giudiziario dall’esito incerto. I carabinieri infatti si sono visti costretti a denunciarlo per procurato allarme. La palla passa alla magistratura pugliese che, lette le carte, deciderà come muoversi. La fidanzata invece, una donna tra i 35 e i 40 anni che risiede nella nostra città nella vicenda non avrebbe avuto alcun ruolo attivo.