Rovigo, emergenza influenza. I Nas all’ospedale

Maxi operazione dopo l’afflusso record. Il direttore dell’Ulss 5: «Criticità gestita in maniera corretta»

Il picco influenzale ha messo a dura prova la resistenza di medici e infermieri

Il picco influenzale ha messo a dura prova la resistenza di medici e infermieri

Rovigo, 17 gennaio 2017 - Incombe lo spauracchio dell’influenza. Cattiva e implacabile, che ti costringe a letto per giorni. E l’effetto è quello di una psicosi che si scarica sui servizi sanitari dell’Ulss 5 che finora hanno risposto all’onda lunga dell’epidemia al limite delle disponibilità, una situazione complicata dalla sovrapposizione tra le necessità sanitarie straordinarie e la riorganizzazione dovuta alla a fresca aggregazione delle due Ulss polesane. Il direttore sanitario, Antonio Compostella, difende l’impegno e l’operato del corpo sanitario e la gestione dell’emergenza, mettendo su piatto anche le ispezioni fatte dai carabinieri del Nas il 13 e 16 gennaio scorsi negli ospedali di Rovigo e Trecenta, che hanno riconosciuto la corretta gestione della criticità anche con la programmazione dei posti letto aggiuntivi in area medica e la garanzia dell’assistenza del personale nonostante alcune assenze per malattia.

Ma c’è anche il rovescio della medaglia, con critiche e osservazioni, perché non tutto sarebbe andato per il meglio, mostrando alcuni punti deboli del sistema sanitario locale, ingigantiti proprio dallo stress dell’epidemia in corso. Il ‘campo di battaglia’ lo definisce la stessa Ulss 5 in un comunicato. Nella sola prima settimana di gennaio di quest’anno le telefonate pervenute alla centrale operativa del 118 rispetto allo stesso periodo del 2016 sono aumentate del 33% passando da 2233 a 2980 , mentre i soccorsi attivati sono aumentati del 27% passando dai 335 del 2016 ai 445 della prima settimana di quest’anno. In più i medici della comunità assistenziale nella prima settimana di gennaio sono stati allertati i ben 1.421 volte.

Sette giorni di fuoco, che il direttore generale Compostella definisce di grandissimo impegno per tutta l’area dell’emergenza-urgenza . «Una situazione - afferma - che è stata ulteriormente complicata da una sintomatologia di particolare rilevanza e dal sovrapporsi di una virosi gastrointestinale». Si spiega così il massiccio afflusso al Pronto Soccorso, tanto che sabato 7 gennaio le chiamate sono state circa 500, con super richiesta di ambulanze da parte dei cittadini. «Inoltre – aggiunge Compostella – è aumentata la necessità di ricovero dei pazienti anche nella ree ad alta intensità di cura : una situazione di saturazione regionale di posti letto di rianimazione generale e specialistica».

Insomma, uno stress da epidemia influenzale che ha messo a dura prova tutto il sistema sanitario locale suscitando anche polemiche sollevate dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, oltre che dalla Rsu dell’Ulss 5 polesana. Che non la pensano esattamente come il direttore sanitario. Secondo loro infatti è bastata un’influenza per dimostrare come territorio e medicina di base siano ancora distanti rispetto alla risposta al bisogno di salute che può in parte sostituire l’ospedale. «Ma intanto - affermano i sindacati - negli ospedali si tagliano posti letto di area medica e il personale diminuisce e, di fronte a un evento morboso prevedibilissimo, si dimostrano le carenze e le inefficienze gestionali». E rincarano la dose. «In questi giorni – sottolineano – abbiamo assistito ancora una volta a due fronti contrapposti: da una parte una mancata risposta alle esigenze di assistenza e cura per un’influenza che tutti sapevano quando sarebbe arrivata e ne conoscevano da tempo la possibile virulenza, dall’altra parte un ospedale con un pronto soccorso che scoppia di richieste, si impiegano tutti i letti, tutte le barelle e si mettono a ricoverare in Astanteria quasi il triplo di pazienti della capienza massima». Per questo le organizzazioni sindacali chiedono che la direzione sanitaria si attivi « perché si riveda cosa è successo e si cominci a dare le necessarie risposte alle carenza oramai insostenibili per evitare che ci si trovi ancora in queste situazioni».

Giuliano Ramazzina