Rovigo, l'insegnante di sostegno non c'è e il bimbo non può andare a scuola

Il caso alle scuole medie di Fiesso Umbertiano. La rabbia della mamma: "Mio figlio non potrà entrare in classe"

Stefania Trombetta

Stefania Trombetta

Rovigo, 15 settembre 2016 - "Non abbiamo insegnanti di sostegno. Tenga a casa suo figlio, fino a data da destinarsi". Questa la riposta che Stefania Trombetta, mamma di un ragazzo disabile, si è sentita dare dal dirigente della scuola media di Fiesso Ubertiano. Suo figlio Gianluca, 13 anni, lunedì doveva, come tutti i suoi coetanei, entrare in classe per iniziare il nuovo anno scolastico. Ma per lui la campanella quest’anno non è suonata.

"La scuola, pochi giorni fa, mi ha avvisato che lunedì mio figlio, portatore della sindrome di Down, non poteva entrare nella sua classe perché la scuola aveva a disposizione solo un insegnante di sostegno per 7 alunni. Solo in due, tra cui Gianluca, sono rimasti esclusi dall’inizio delle lezioni". E la madre indignata spiega: "La scuola mi ha comunque rassicurato che il secondo insegnante sarebbe arrivato giovedì (oggi per chi legge). Ieri, invece, la doccia fredda: non è arrivato e non si sa nemmeno se e quando arriverà. Così Gianluca non potrà entrare in classe".

"Sono davvero indignata e addolorata – spiega la mamma –, mio figlio ogni mattina vede il fratello andare partire con lo zaino in spalla per recarsi a scuola e lui mi chiede ‘perché io non ci vado più?’. Lui soffre molto di questa cosa e io come madre ancora di più". "Questa decisione che ci sta imponendo al scuola è fuori legge – fa sapere Stefania –, mio figlio ha il diritto di entrare in classe e di ricevere l’adeguata assistenza. Secondo quali criteri poi l’istituto ha scelto chi dei sette bambini che necessitano del sostegno possono o non possono iniziare la scuola? Ho dato la mia disponibilità di venire incontro alla scuola, andando a prenderlo prima o a portarlo, eventualmente, un po’ più tardi, ma niente. Lo studio dovrebbe essere un diritto e un dovere per tutti , a prescindere dallo stato fisico e mentale – conclude Stefania –. Ho chiesto alla scuola che mi venga comunicato per iscritto in via ufficiale la decisione di escludere mio figlio dal diritto di iniziare la scuola. Ma questo non sarà possibile perché è una decisione che va contro la legge. Cosa facciamo allora noi genitori di questi bambini speciali di cui tutti si riempiono la bocca di buone parole solo quando va tutto bene, ma che vengono discriminati e considerati un problema alla prima occasione?".