Lendinara, minacce in arabo e sassi contro la casa. Il colpevole è il figlio

Dal 2016 terrorizzava la famiglia, è stato scoperto al termine di una lunga indagine ed è stato denunciato

Le indagini sono state condotte dai carabinieri della compagnia di Rovigo

Le indagini sono state condotte dai carabinieri della compagnia di Rovigo

Lendinara (Rovigo), 23 giugno 2017 - Per attirare l’attenzione o forse soltanto a causa di una situazione di estremo disagio mentale che stava attraversando, un minorenne italiano della zona di Lendinara da oltre un anno mandava ai genitori lettere anonime contenenti minacce di morte. Alcune delle missive erano anche scritte in arabo. Il suo inquietante disegno, a lungo riuscito, era quello di indurre i genitori a pensare che fossero i vicini di casa a scrivere quelle terribili lettere. Oppure dei cittadini extracomunitari, di origine magrebina, che sono risultati alla fine delle indagini completamente estranei a tutta la vicenda.

Sono stati i carabinieri della compagnia di Rovigo ad occuparsi di questo caso e a svelare alla fine il mistero che si celava dietro quelle lettere e quegli atti intimidatori che hanno costituito una lunga persecuzione. Ora del ragazzino si occuperà il tribunale dei minorenni. I militari dell’Arma hanno dovuto denunciarlo per atti persecutori, molestie ed altri reati. Condotte reiterate che andavano avanti da molto tempo, fin da marzo del 2016. Il giovane aveva compiuto una serie di atti vandalici a danno dell’abitazione di famiglia provocando nei genitori un continuo stato di ansia e di terrore.

Ormai papà e mamma vivevano nel panico e temevano anche per la propria incolumità. Il ragazzo ha imbrattato i muri, il portone di casa. Ha dato fuoco persino allo zerbino. Per scoprire chi fosse il colpevole i genitori, ad un certo punto, hanno deciso di installare una telecamera. Ma loro figlio non si è dato per vinto. E per continuare a insinuare in mamma e papà lo stato d’angoscia che voleva vivessero, ha iniziato a lanciare sassi da lontano, in modo da non essere visibile dall’occhio elettronico. Aveva congegnato tutto in modo che la colpa venisse attribuita ai vicini di casa o ad alcuni nordafricani che vivevano nella zona.

E per farlo lasciava volontariamente delle tracce in modo da indurre i genitori a pensare che i vicini erano caduti in fallo e che quindi fossero i responsabili di questa serie di inquietanti episodi. Questa storia è andata avanti parecchio tempo e le indagini dei carabinieri sono state lunghe, meticolose e non certamente facili. Ma alla fine si è svelata quella che è apparsa agli stessi militari dell’Arma un’incredibile verità.

Questo ragazzino è italiano, così come i suoi genitori. Ora di questo caso se ne dovrà per forza occupare il tribunale dei minorenni che in campo penale, giudica coloro che hanno commesso reati prima di compiere la maggiore età, tra i 14 e i 18 anni, dato che i minori di 14 anni non sono imputabili per legge. Il Tribunale per i Minorenni è comunque competente anche se il reato è stato commesso in concorso con maggiorenni. Su tali reati il tribunale per i minorenni ha competenza esclusiva.