Rovigo, "No a mendicanti e ambulanti ma i cani sono bene accetti"

Tre cartelli affissi ad altrettanti negozi. I titolari: "Non li togliamo"

Uno dei cartelli in questione (foto Moretto)

Uno dei cartelli in questione (foto Moretto)

Rovigo, 14 settembre 2017 - Un cartello che è lo specchio dei nostri tempi. «Questo esercizio dice basta a venditori ambulanti, consulenti Enel Eni e affini, mendicanti». Invece «i cani sono ben accetti». Con tre punti esclamativi. È esposto nelle vetrine di tre negozi di Lendinara, in pieno centro, a due passi dal santuario della Madonna del Pilastrello. In via Adolfo Rossi, grande giornalista studioso d’immigrazione che denunciò ai primi del ’900 le condizioni degli italiani all’estero.

Una merceria, «Sonia creation», una bottega di cialde, «Tutto caffè» e il laboratorio di una tatuatrice, «One love ink tattoo». C’è sempre più insofferenza verso i più deboli, mentre si diffonde un amore incondizionato per gli animali, i cani in particolare. L’idea del cartello è stata di Licia Guarnieri, la tatuatrice, che spiega i motivi di questa iniziativa: «Non se ne può più. Mendicanti, ambulanti, passano tutti i giorni a vendere roba, qui dentro in negozio. Danno fastidio, sono asfissianti. Ma non serve a nulla dirlo. Continuano a presentarsi ogni giorno, sempre gli stessi. Tanto il cartello non lo leggono o non lo capiscono». La vicina, Genni Giro, ha affisso con convinzione una fotocopia del cartello dell’amica e lo ha fatto per gli stessi motivi. Sembra che la gente apprezzi. «Si fermano, lo leggono e vedo che sorridono, nessuno ci ha mai criticate», assicura Licia. Anche i colleghi appoggiano le due ragazze. «Sono venuti in diversi a farci i complimenti, ha riscosso successo l’iniziativa. Però non ci hanno chiesto una copia del cartello. Lo esponiamo soltanto noi tre».

È lì da un pezzo, circa sei mesi. «Ma non sono solo gli ambulanti e i mendicanti a farsi vivi ogni giorno, ormai anche i consulenti Enel e affini arrivano con il cartellino — continua la tatuatrice — e non sappiamo nemmeno se siano dei millantatori o reali promotori. Non ce ne curiamo più, chiediamo soltanto loro di uscire». Sembra che di risultati non ne siano arrivati molti ma i cartelli rimangono lì, occupano poco spazio e la gente reagisce bene, non si lamenta. Almeno stando a quanto raccontano le titolari dei negozi. La crisi, l’immigrazione, la povertà induce sempre più persone a chiedere l’elemosina, a vendere oggetti inutili nel tentativo di sbarcare il lunario o ad intraprendere carriere traballanti come i promotori di contratti di servizi. Categorie che, evidentemente, danno fastidio. Risultano antipatiche, asfissianti. I cani invece no. Anzi. Non sono tollerati, la loro presenza è addirittura auspicata negli esercizi pubblici. «Quando vengono in negozio mi rendono felice, mettono allegria, si mettono lì seduti con i loro padroni, aspettano, sono così simpatici», e allarga un sorriso radioso Licia Guarnieri. «Sono molto meglio degli uomini. Di gran lunga», le fa eco Genni che fa capire che gli amici a quattro zampe sono davvero più meritevoli degli umani, sempre e comunque.