Fuggitivo in Messico, una storia dai contorni sempre più misteriosi

Nuovi messaggi e video inviati alla sorella

Alessandro Bozzato, 52 anni

Alessandro Bozzato, 52 anni

Rovigo, 18 gennaio 2018 - Due morti il 7 agosto nello stato del Querétaro a 200 km da Città del Messico. Un’esecuzione in piena regola avvenuta in un’autorivendita. Due uomini crivellati di colpi: 35 proiettili hanno contato i poliziotti. Il giorno dopo, l’8 agosto un gruppo armato irrompe nella casa di Alessandro Bozzato, l’imprenditore 52enne veneziano che vive a Città del Messico.

I video che anche ieri ha inviato alla sorella, mostrano «dei poliziotti in borghese» dice lui, che entrano nella casa, distruggono le telecamere e gli portano via tutto, «anche i documenti», spiega alla sorella Erica in un messaggio. «Non posso muovermi da qui, sto bene, ma resto nascosto. Se quelli mi prendono mi fanno fuori». Perché? Perché, stando sempre a quello che Bozzato confida a familiari in Italia via cellulare, viene accusato di un duplice omicidio.

«Mi hanno incastrato, stanno seminando indizi e prove contro di me». Si è rifatto vivo anche ieri con altri 10 messaggi vocali alla sorella Erica che vive a Cavarzere. Del suo caso, come affermato dall’avvocato Sofia Tiengo, si sta interessando anche la Farnesina e l’ambasciata italiana di Città del Messico, oltre alla procura distrettuale antimafia veneziana. Nei giorni scorsi, Bozzato aveva inviato video e messaggi inquietanti nei quali, dicendo di trovarsi coinvolto in una pericolosa vicenda criminale, lanciava un appello per tornare in Italia: «Aiutatemi, venitemi a prendere altrimenti mi ammazzano», aveva detto.

Bozzato, imprenditore edile, vive e lavora da 20 anni in Messico. L’uomo ha raccontato alla sorella di essersi messo in affari nel giugno scorso con una persona che doveva acquistare un camion.

«Ho speso mezzo milione di euro. Ma questo - ha sostenuto nei messaggi - era un delinquente e ha tentato di uccidermi per rubarmi i soldi. Poi gli hanno sparato e hanno dato la colpa a me. Adesso sono nascosto, sto bene, ma non mi faccio vedere». L’omicidio a cui fa riferimento Bozzato sembrerebbe essere proprio quello del 7 agosto a cui la stampa messicana ha dato ampio risalto. Ma da quel momento, Bozzato è sparito dalla circolazione. Qualche amico fidato lo ha aiutato, ma non può rimettere piede nella sua casa di Città del Messico, altrimenti viene arrestato. E per lui finire in galera equivale alla morte certa. Bozzato comunqe non è uno sprovveduto, sa come muoversi, cambia spesso cellulare per paura di essere intercettato. Sa che quelli con cui ha a che fare è gente che non scherza. Sostiene di essere stato tradito dai familiari della ragazza dalla quale ha avuto tre figli. «Mi vogliono portare via quello che ho guadagnato, se muoio è un affare per tutti. Venitemi a prendere, sono rimasto solo, qui mi hanno abbandonato tutti, qui è un inferno. I messicani sono dei disgraziati. Potrebbe essere un paradiso, ma vi assicuro che è un inferno. Serve un piano per portarmi via, fate presto», ripete angosciato alla sorella.