Omicidio a Badia, Ferracin massacrato con 10 coltellate / FOTO

Non si trova la bici della vittima. E' caccia al terzo uomo

Lorenzo Ferracin (Donzelli)

Lorenzo Ferracin (Donzelli)

Rovigo, 4 gennaio 2017 - Minacciato con una pistola giocattolo, avrebbe impugnato un coltello da cucina per difendersi. E’ questo quanto avrebbe raccontato, la notte dell’omicidio, Giorgio Pasqualini, 68 anni, di Badia, in carcere con l’accusa di avere ucciso Lorenzo Ferracin, 45anni, imbianchino di Lendinara.

Il cadavere di Ferracin, trovato dai militari la notte di Capodanno sul pavimento del bilocale in via Finzi, a Badia, abitazione di proprietà di Pasqualini che era ai domiciliari per spaccio, presentava diverse ferite da arma da taglio. Ad infliggerle sarebbe stato Pasqualini, utilizzando un coltello da cucina. Sono 10 le coltellate dirette ai fianchi e all’addome dell’imbianchino che lo aveva, secondo la sua versione, minacciato con una pistola.

A chiarire quale coltellata sia stata letale, sarà l’autopsia eseguita nelle prossime ore dal medico legale di Padova Luca Massaro. L’arma rinvenuta all’interno dell’appartamento, sarebbe una pistola giocattolo. A chiamare il 113 la notte dell’omicidio, lo stesso Pasqualini, che fin da subito avrebbe portato avanti la tesi dell’aggressione avvenuta ai suoi danni. Ma alla legittima difesa la Procura, le cui indagini sono state affidate al pm Andrea Girlando, sembra non credere. Il magistrato, a poche ore dal delitto, ha infatti disposto il fermo per omicidio volontario nei confronti di Pasqualini, in carcere in attesa di essere interrogato dal gip Alessandra Martinelli che oggi dovrà confermare o meno il fermo a carico del’ex cuoco di Badia, difeso dall’avvocato Franco Capuzzo di Conselve.

Il legale ha avanzato la richiesta di incidente probatorio. Nel frattempo anche i familiari della vittima, il fratello e la sorella, hanno nominato un legale di fiducia, l’avvocato Adino Rossi. La notte di Capodanno i familiari hanno spiegato che avevano atteso inutilmente una chiamata da Ferracin per gli auguri, ma stranamente non avevano avuto notizie del fratello e si erano per allarmati. La vittima era separato e padre di una figlia. Da qualche tempo, a causa della perdita del lavoro, aveva avanzato al Comune la richiesta di un alloggio popolare. Cosa e perché abbia spinto il 45enne a presentarsi, intorno alle 3 della notte di Capodanno, nell’abitazione di Pasqualini non è ancora chiaro agli inquirenti. Anche se, con ogni probabilità, i rapporti tra i due erano legati da frequentazioni comuni legate alla droga.

A chiarire il quadro saranno i tabulati dei cellulari di entrambi. La vittima, all’arrivo degli investigatori dell’Arma, non aveva con sé il telefonino e nemmeno i documenti. Sia il cellulare che la bicicletta del 45enne, con cui era solito spostarsi dopo che da qualche mese era rimasto senza auto, sembrano spariti nel nulla. Come ha dunque fatto il 45enne a raggiungere via Finzi? C’era qualcun altro quella sera con lui quando è stato ammazzato? Domande a cui la Procura sta cercando una risposta. Nell’appartamento di Badia, gli investigatori hanno repertato numerosi mozziconi di sigarette e bottiglie di birra vuote. Non solo. Pare che sul pavimento ci fosse anche qualche bicchiere andato in frantumi.