Rovigo, sesso davanti ai bambini. Patrigno e madre condannati

Per l'uomo 7 anni e 9 mesi, 2 anni a lei. "Faremo appello". I piccoli avevano 8 e 4 anni

I bimbi erano costretti ad assistere ai rapporti sessuali

I bimbi erano costretti ad assistere ai rapporti sessuali

Rovigo, 24 marzo 2017 - Facevano sesso alla presenza dei figli di lei, entrambi minorenni. Due cittadini stranieri sono stati condannati ieri dal tribunale per violenza sessuale. All’epoca dei fatti i bambini avevano 8 e 4 anni. La mamma è stata condannata a 2 anni e mezzo. Il compagno a 7 anni e 9 mesi di reclusione. Pene non sospese. Ma i due, che oggi hanno 35 anni, non andranno in carcere perché impugnano la sentenza di fronte alla Corte d’Appello di Venezia. I fatti risalgono al 2012 e al 2013 e si sarebbero svolti a Ceregnano, nelle immediate vicinanze del capoluogo.

I due bambini non vivono più con la madre. «Sono contenta che il patrigno sia stato assolto dall’accusa di violenza nei confronti del bambino più piccolo - dice l’avvocato della coppia, Monica Mischiati -. Ma non ci aspettavamo una condanna così pesante perché non ci sono prove certe sui fatti. Non ci sono prove sulla violenza sessuale. Ci sono i test sui minori che hanno negato che siano bambini vittime di abusi. Non ci sono referti medici. Si basa tutto su incidente probatorio di un bambino che aveva 8 anni e che era fortemente manipolato dal padre, ci sono relazioni di assistenti sociali a dimostrarlo - spiega l’avvocato Mischiati -. Il bambino si è contraddetto più volte ma di questo non si è assolutamente tenuto conto».

Le imputazioni erano pesanti. Secondo l’accusa, che ha poi ottenuto le condanne, i due compagni in più occasioni compievano atti sessuali in presenza di uno dei due figli di lei avuti da una precedente relazione. Otto anni all’epoca dei fatti. In particolare, quando il minore viveva con la madre a Ceregnano, più volte sarebbe stato costretto ad assistere a rapporti sessuali completi tra la stessa ed il convivente. E in altre circostanze a rapporti orali reciproci. Per farlo rimanere lì a guardare il piccolo avrebbe subito la minaccia di venire picchiato oppure di venire chiuso nella propria stanza. Botte e umiliazioni poi ci sarebbero state senza motivo. In un’ occasione sarebbe anche stato minacciato con un cavo elettrico attorcigliato e in altre circostanze frustato alle gambe con il cavo. Addirittura il convivente della madre del bambino avrebbe costretto il piccolo, di otto anni, a masturbarlo mentre il bambino era in bagno e stava entrando in vasca per lavarsi. L’aggravante è che il bambino era veramente piccolo, all’epoca dei fatti. Non aveva nemmeno dieci anni.