Terremoto, sopravvissuto un rodigino: "Vivo per miracolo"

Pietro Conti, 61 anni, ex poliziotto, era andato a trovare la famiglia. FOTO E VIDEO - IL NOSTRO SPECIALE - CONTO CORRENTE PER AIUTARE LE VITTIME

Uno dei tanti edifici crollati nel centro di Amatrice, paese nel  rietino

Uno dei tanti edifici crollati nel centro di Amatrice, paese nel rietino

Rovigo, 25 agosto 2016 - E’ vivo per miracolo Pietro Conti, 61 anni, rodigino, agente di polizia della questura di Rovigo, da 4 anni in pensione. Era ad Amatrice proprio la notte del sisma. L’ex poliziotto era partito da Rovigo martedì pomeriggio per raggiungere il paese del terribile terremoto. E’ arrivato a casa della madre, che vive a pochi chilometri dal centro di Amatrice, intorno alle 18. Poi, nel cuore della notte, all’improvviso un tremendo boato.

Dove si trovava al momento al momento prima scossa?

"Ero a letto, al secondo piano dell’abitazione della mia famiglia. Ero andato a dormire poco dopo la mezzanotte. Mi sono addormentato subito, ero parecchio stanco dal viaggio. Poi, alle 3.36 mi sono svegliato di soprassalto: tremava tutto. Il mio letto è andato a finire nella parte opposta della stanza. Le porte degli armadi si sono aperte, i quadri sono caduti dalle pareti. E subito il buio totale. Ho urlato il nome di mia mamma. Mi ha risposto fortunatamente. Siamo corsi subito in strada: attorno a noi le urla, i pianti di disperazione, le richieste di aiuto. Attraverso le torce si cercava di capire se qualche abitazione fosse crollata".

La disperata ricerca della sorella.

"Ho cercato subito di mettermi in contatto con mia sorella che vive in un paese vicino, ma il cellulare non riusciva a prendere la linea, eravamo completamente isolati. E’ iniziata a salire la preoccupazione per le sorti sue e dei miei nipoti, ma fortunatamente stavano bene. Siamo tutti vivi per miracolo".

Poi altre due forti scosse…

"Si sentivano sirene ovunque. Eravamo tutti in strada. Qualcuno, nonostante il pericolo, è salito in casa per prendere qualche coperta. C’erano 15 gradi e anziani e bambini avevano iniziato a tremare dal freddo. E poi, intorno alle 4.32, altre terribili scosse".

Dove avete trascorso la notte?

"Ci siamo riparati nelle automobili. Nessuno ha dormito. Aspettavamo l’arrivo dei vigili del fuoco. Nel frattempo ci arrivavano notizie di edifici crollati e persone intrappolate sotto alle macerie. Appena ha iniziato ad esserci la luce, abbiamo iniziato a vedere le case crollate. Più ci si avvicinava ad Amatrice e più sembrava d’essere in una città fantasma: detriti, fumo e persone che urlavano il nome dei propri cari in mezzo alle macerie. I soccorritori cercavano di dare una mano a tutti, ma la situazione era davvero drammatica".

Quando tornerà a Rovigo?

"Dovevo rientrare l’8 di settembre. Ma ora non posso la sciare la mia famiglia in questa situazione. Voglio anche dare una mano alla popolazione. Ci sono famiglie con bambini ed anziani che hanno perso tutto. Rimarrò qui anche un anno per prestare il mio aiuto. La mia terra ha bisogno, non posso abbandonarla".