Trecenta, infermiera aggredita al pronto soccorso per la lunga attesa

Denunciato un 50enne. L'operatrice sanitaria guarirà in 10 giorni, torna il nodo della sicurezza negli ospedali

Infermiera picchiata al pronto soccorso dell'ospedale di Trecenta (foto Donzelli)

Infermiera picchiata al pronto soccorso dell'ospedale di Trecenta (foto Donzelli)

Trecento (Rovigo), 10 gennaio 2018 - E’ stata prima aggredita verbalmente e poi picchiata. E’ accaduto al pronto soccorso di Trecenta. La vittima è un’infermiera che dopo la medicazione è stata dimessa con una prognosi di 10 giorni. La donna, sulla cinquantina, ha sporto denuncia ai carabinieri di Ficarolo. Chi le ha messo le mani addosso è un cittadino nordafricano, anche lui ha una cinquantina. Il fatto è successo l’altro giorno nel primo pomeriggio e non è il primo caso.

Un episodio simile si è verificato lo scorso agosto, simile la dinamica, cambiano soltanto i protagonisti e la prognosi, in quel caso ben più lunga. Il motivo che avrebbe indotto il cittadino nordafricano ad alzare le mani sull’infermiera sarebbe stato il fatto che si trovava lì, in attesa al pronto soccorso, a suo giudizio da troppo tempo.

Non sentendosi considerato a dovere si è spazientito e, prima verbalmente e poi anche fisicamente, ha tentato di far valere le proprie ragioni. Purtroppo per lui ora si trova a fare conti con l’autorità, dal momento che la vittima ha deciso di raccontare tutto alle forze dell’ordine. Di fatto l’uomo le avrebbe preso un braccio con forza, facendole molto male. La prognosi riguarderebbe proprio l’arto superiore preso di mira dall’aggressore.

Nulla di grave dal punto di vista clinico ma torna d’attualità il dibattito sulla sicurezza all’interno degli ospedali. Al pronto soccorso di Trecenta non il presidio di polizia. Mentre in quello di Rovigo, ben più grande e frequentato, un impiegato della polizia di Stato presta servizio dalle 8 alle 13 tutti i giorni dal lunedì al venerdì.

Eventuali rimostranze del personale sanitario però non dovrebbero essere rivolte alla questura di Rovigo perché la decisione su dove aprire un presidio spetta ai piani superiori, dovrebbero prima arrivare indicazioni dal Ministero dell’Interno. Che la competenza non è del questore rodigino lo conferma anche l’ufficio di Gabinetto della stessa questura.

Ma, se il personale sanitario si sente poco sicuro quando presta servizio in un luogo frequentato dall’utenza in maniera imprevedibile come un pronto soccorso, ha i mezzi per chiedere risposte alla sua stessa azienda sanitaria Ulss 5 che può discutere di contratti con l’agenzia di vigilanza privata. Il tribunale di Rovigo, per esempio, lo ha fatto. Da poche settimane davanti alla sede principale di via Verdi, tutti i giorni stazionano due agenti. Un terzo agente è davanti alla sede di palazzo Paoli e il quarto si trova in quella di Corso del Popolo dove vengono discusse le cause dal Giudice di Pace.