Vende le fedi per sfamare la famiglia. Ora Diego ha un lavoro

La gara della solidarietà ha fatto centro, l’uomo farà lo stewart allo stadio

Gli steward del Delta calcio Rovigo con Diego e, al centro, la ds Lorenza Visentini

Gli steward del Delta calcio Rovigo con Diego e, al centro, la ds Lorenza Visentini

Rovigo, 27 febbraio 2017 - Solo qualche giorno fa Diego cercava un lavoro, dopo essere arrivato addirittura al punto di vendere le fedi nuziali per sfamare la famiglia. Ora ha riavuto le fedi grazie a don Gianni Vettorello che, con una colletta dei parrochiani, gliele ha ricomprate. E adesso ha pure un lavoro. Grazie alla sensibilità del Delta calcio Rovigo in collaborazione con la Hermes security. Un gesto che vuole essere da esempio per le attività commerciali di Rovigo. Ieri il primo giorno di lavoro. Uno stimolo ad essere migliori verso altri.

Solo qualche giorno fa Diego e la moglie erano diventati famosi per essere quella coppia di Rovigo che ha venduto le fedi nuziali travolta dai problemi economici, ma la generosità dei fedeli insieme all’intraprendenza di un parroco che ha avviato una colletta via Facebook sono riusciti a compiere il miracolo: sono tornate a luccicare sugli anulari dei due. Protagonisti della vicenda Diego, 48 anni, disoccupato da quattro, e la moglie, che lavora saltuariamente come collaboratrice domestica.

Hanno due figli, ma da quando l’uomo ha perso il lavoro le cose si sono fatte di giorno in giorno più difficili. Al punto che non esitano a vendere il simbolo d’oro della loro unione pur di raggranellare qualche soldo. Diego racconta a un amico con un filo di vergogna e tanto dispiacere la scelta di privarsi delle fedi, senza fare i conti con don Gianni Vettorello, parroco di San Bortolo e cappellano della Polizia, che decide di lanciare una colletta sulla sua pagina Facebook. In pochi giorni il gruzzoletto necessario viene messo insieme, grazie anche alla generosità di alcuni terremotati dell’Abruzzo che dirottano per questa causa i fondi economici destinati a loro. Quando però la coppia si presenta, soldi alla mano, a recuperare gli anelli fa un’amara scoperta: sono già stati fusi. A quel punto don Gianni decide di acquistarne due nuovi, che dona alla famiglia.

«In queste fedi – spiega nella foto diffusa attraverso internet – è racchiusa la generosità di chi ha voluto donare oggetti in oro per realizzarle, di chi ha voluto contribuire con la propria offerta, di chi le ha realizzate e di chi si è impegnato per garantire e far fronte ad eventuali spese aggiuntive». 

Visto il buon esito della catena di solidarietà, il parroco aveva rilanciato e provato ad alzare ulteriormente la posta. «Sono perfettamente cosciente che sto chiedendo la cosa più difficile da realizzare – aveva detto –. Le fedi sono tornate, i generi alimentari sono arrivati, le offerte in denaro sono state recapitate, mancherebbe solo la cosa più importante e decisiva per questa famiglia bisognosa: ‘un lavoro’. Il lavoro è dignità, il lavoro è salute ed armonia, il lavoro è poter uscire al mattino a testa alta e poter ritornare alla sera, stanchi, ma orgogliosi per aver messo sul tavolo il pane, non frutto di elemosina, ma frutto del proprio lavoro». Un futuro occupazionale per Diego, un nuovo inizio per l’intera famiglia. «Anche i figli si accorgeranno – aveva concluso don Gianni – che quel pane ha un profumo e un sapore diverso. Il sapore della dignità riconquistata. Io ci credo». E il miracolo è avvenuto. Ora Bruno ha anche un lavoro.