Rovigo, 14 novembre 2011 - “Il Polesine nel Regno d‘Italia – Politica, economia e società dal 1861 alla Grande Guerra” è il titolo e il tema del trentaduesimo convegno di studi storici organizzato dall’associazione culturale Minelliana e che si svolgerà il 18 e 19 novembre all’Accademia dei Concordi di Rovigo. A presentare l’evento stamani a Palazzo Celio, con l’assessore provinciale alla cultura Laura Negri, il presidente della Minelliana il Mario Cavriani e il direttore dell’Archivio di Stato Lugi Contegiacomo.
 

Gli studi su Rovigo e il Polesine in età contemporanea sono per molti aspetti oramai cospicui, tuttavia restano da indagare alcune aree tematiche di grande significato storico e storiografico. Di fronte a una realtà storica complessa e articolata, il convegno si pone l’obiettivo di selezionare, approfondendoli, alcuni temi di ricerca e studio, per ricostruire la fisionomia politica, culturale e sociale della provincia. Vengono, perciò, analizzate le rappresentanze elettorali a livello politico e amministrativo, espresse sia negli uomini destinati al parlamento nazionale che negli amministratori comunali e provinciali. I ceti dirigenti svolgono un ruolo chiave nelle relazioni fra centro e periferia e nei processi di comunicazione fra Stato e società civile, costituendo anche l’ambito privilegiato di formazione e la fonte primaria di potere degli esponenti nazionali. In altri termini, si tratta di rispondere a domande precise circa i nomi di parlamentari, sindaci e consiglieri, seguendone i percorsi formativi, evidenziandone orientamenti politici e la loro concreta azione negli organi istituzionali e nell’area di competenza.

Un altro filone meritevole di attenzione riguarda la cultura politica che viene impersonata - attraverso opuscoli, scritti polemici, giornali locali, gazzette - da élites urbane, aristocrazia agraria, borghesia intraprendente e affaristica, ceto impiegatizio del capoluogo e dalle altre cittadine della provincia. Anche il ruolo delle istituzioni culturali, laiche ed ecclesiastiche, dall’accademia al seminario, dai circoli ai caffé letterari, merita i dovuti approfondimenti. Un ulteriore aspetto da indagare è quello dello sviluppo economico e tecnologico del Polesine di fine Ottocento e inizio Novecento, con le proiezioni che le ristrutturazioni economiche - ma anche la crisi - producono nei nuovi assetti sociali, segnando l’aumento della emigrazione, generando contrapposizioni ideologiche e politiche tra liberali, socialisti e cattolici. Particolare attenzione infine richiede il tema della I guerra mondiale o quarta guerra d’indipendenza, che chiude definitivamente il periodo dello stato liberale, di cui segna la crisi e l’evoluzione naturale verso una nuova coscienza di massa anche grazie all’acuirsi nel dopoguerra di rivendicazioni e reazioni in chiave totalitaria.