Rovigo, 6 dicembre 2011 - RITORNA, tra foglie ingiallite e alberi che gocciolano nebbia, la Settimana dei beni culturali, che coincide con gli ultimi e malinconici giorni d’autunno. Nata diciassette anni fa sotto il segno del Comitato permanente per la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali in Polesine e della Provincia di Rovigo e con il patrocinio della Regione Veneto, l’iniziativa vuole integrare la Settimana della cultura varata a suo tempo dal Ministero dei beni culturali promuovendo l’identità del territorio. E sappiamo tutti quanto il Polesine sia ricco di opere d’arte e bellezze naturali, ma anche quanto abbia bisogno di essere conosciuto, soprattutto da chi ci abita. Proprio agli stessi abitanti del Polesine, infatti, si rivolge specialmente la Settimana dei beni culturali, che si presenta con un ricco programma che si articola in una trentina di manifestazioni, da un capo all’altro del territorio e tutte (o quasi) ispirate al Novecento storico. A farci da guida un pieghevole a sei ante un po’ livido e verdastro, che ben si intona con la cronica e ormai proverbiale mancanza di risorse economiche.

E già nell’illustrazione del programma, qualcuno si era lamentato che ci si dovesse accontentare, per Fiesso Umbertiano, di una mostra dedicata dal 10 al 18 dicembre all’urbanistica rurale durante il fascismo (ribatezzato, chissà perché!, regime di Mussolini), senza poter raccogliere in un catalogo documenti preziosi e interessanti che escono dagli archivi per la prima volta. Gli archivi, del resto, sono un po’ i protagonisti, direttamente o indirettamente, di questa diciassettesima edizione della Settimana dei beni culturali (da non perdere la conferenza sui fondi relativi all’alluvione il 15 alle 17.30 a palazzo Campo di Rovigo), che però valorizza i musei e il loro ruolo (quello di Adria l’11 alle 15, l’incontro su un museo dedicato al 900 polesano il 16 alle 17 in Pescheria Nuova, dove ci sarà anche una giornata di studio sull’archeologia aerea e i paesaggi storici il 17 alle 10 e ancora il museo delle giostre di Bergantino il 18 alle 15. Numerose le visite guidate e a tema, tese appunto a incursioni nel secolo scorso lungo il filo delle idrovore, delle ville, delle memorie storiche e delle cartoline.

Molte le riscoperte, dai personaggi (l’astronomo Bortolo Viaro alla Vangadizza di Badia il 14 alle 16, il musicista Nino Cattozzo in sala Cordella a Adria il 16 alle 17.30) ai monumenti (il palazzo della Provincia il 9 alle 17.30, la fontana della Riconoscenza a Rovigo il 14 alle 10.30 in Pescheria Nuova), con rievocazioni (il passaggio di Artusi il 10 alle 18 a Villa Selmi di Polesella, la cucina rurale negli anni Trenta l’11 alle 15.30 a Ca Cappello di Porto Viro e villa Badoer alle 16). Non mancano le mostre, quelle dedicate all’alluvione il 13 alle 17.30 in Pescheria Nuova e il 18 alle 21 al Cotogni di Castelmassa e quella, solamente virtuale in attesa dell’apertura nel febbraio 2012, dedicata al Divisionismo a palazzo Cezza il 14 alle 16. Da non perdere, infine, il 12 a villa Badoer di Fratta Polesine l’intervento di Marco Lazzarato sul «moderno e l’eredità palladiana». Di altre manifestazioni ancora resta da dire, ma per meglio orientarsi basta richiedere presso lo Iat, le sedi delle Pro Loco e le Biblioteche il pieghevole con il programma dettagliato.