E' morta Edda Griguolo, la paladina delle nostre tradizioni

Arquà, si è spenta a 81 anni. Era la titolare della trattoria ‘Degli amici’

Arquà: Valerio Chiarion con la mamma Edda Griguolo, 81 anni (Foto Donzelli)

Arquà: Valerio Chiarion con la mamma Edda Griguolo, 81 anni (Foto Donzelli)

Arquà Polesine (Rovigo), 17 febbraio 2015 - E’morta Edda Griguolo, vedova Chiarion Sileni, per tanti anni figura di riferimento della cucina polesana, titolare assieme ai figli della trattoria ‘Degli Amici’ di Arquà Polesine. Aveva 81 anni. Si è spenta domenica pomeriggio all’ospedale di Rovigo dove era ricoverata per una malattia. I funerali si svolgeranno oggi alle 15,30 nella chiesa di Arquà Polesine con partenza alle 15 dall’ospedale di Rovigo. Lascia i figli Vanna, Vanni, Valerio, Valeria e Nicola. Che ricordo ha della mamma?

«Mia mamma – afferma commosso Nicola Chiarion Sileni – si è sempre dedicata al lavoro, aveva 18 anni quando ha cominciato e nel 2000 partecipò al concorso Fogher d’Oro a Valden in Austria, proponendo la ricetta ‘anguilla in coccio’ che poi è diventato il piatto forte della nostra trattoria’».

Quando è nato il locale?

«Nel 1901, il locale era della suocera Edvige Astolfi conosciuta come Gina, mia ammma e sempre stata ai fornelli poi sono subentrato io che l’ho affiancata. Era una persona semplice, riservata».

Che anni avete passato assieme?

«Avevamo anatre e polli da cortile e ogni anno si uccidevano 300 anatre e questo compito toccava sempre a lei. Le piacevano i piatti legati alla tradizione, molti a base di carni bianche».

E’ vero che era molto gelosa delle sue ricette?

«E’ vero. Non voleva che nessuno sapesse gli ingredienti delle sue creazione. Solo i figli potevano sapere in modo che potessero poi ereditare le sue conoscenze e abilità. Ricordo che a volte ospitavamo dei corsisti che venivano per imparare la sua arte, ma lei custodiva sempre i suoi segreti ed era restia a rivelare anche piccoli particolari. Era molto severa».

Ora la trattoria è chiusa. Ma nei periodi d’oro, quanto peso ha avuto nel successo del locale la sua virtù in cucina?

«Il segreto del nostro successo è stata lei, lei era tutto, era la trattoria. Tanto è vero che quando abbiamo chiuso, non riusciva a darsi pace. Abbiamo fatto di tutto per salvare la sua creatura e lei ogni tanto mi chiedeva ‘quando riapriamo?’. Era nata per cucinare e la chiusura per lei è stata un brutto colpo».

Riuscirà a riproporre la tradizione della cucina polesana alla quale sua madre teneva tanto?

«Farò di tutto, lavorerò sempre pensando a lei. La ristorazione in Polesine è in crisi, ma spero che sia lei da lassù a darmi la forza di continuare».

g. r.