Il piccolo Francesco morì disidratato: guardia medica condannata a 2 anni

Omicidio colposo: il processo si è svolto con rito abbreviato

Immagine di repertorio

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Rovigo, 2 ottobre 2014 - Colpevole. Questa la sentenza arrivata ieri, con rito abbreviato, a carico della guardia medica Issam Bazzi, 41 anni, di origini libanesi, accusata di omicidio colposo per la morte del piccolo Francesco Romagnolo. Il piccolo era morto due anni fa, in ospedale a Rovigo, stroncato da un virus intestinale per disidratazione.

La responsabilità, secondo il giudice Carlo Negri, è quindi da attribuire anche al comportamento del medico di guardia che quel lontano 4 febbraio 2012 rispose al telefono alla mamma di Francesco, Marzia Faccon (di Lusia), che chiedeva come curare il proprio piccolo. La vicenda è complessa quanto delicata, tanto che il giudice Negri aveva voluto nominare anche un proprio consulente prima di esprimersi in giudizio. Inizialmente sembrava che il bambino avesse contratto una comune influenza, ma la situazione ad un certo punto precipitò. I genitori, Alfonso e Marzia, la notte tra il 3 e il 4 febbraio 2012 raccontano di aver chiamato la guardia medica, ovvero Bazzi, lamentando un’influenza gastrointestinale e febbre a 40 gradi.

Il medico a quel punto avrebbe prescritto una cura a base di tachipirina e fermenti lattici. Ma che non bastò. Francesco, nel giro di poco tempo, rispose ai farmaci poi, all’improvviso, il peggioramento. Dopo una seconda chiamata, il medico consigliò di prendere anche dell’anti diarroico. Ma nemmeno questo bastò. Il giorno seguente, quindi, il genitori corsero con Francesco al pronto soccorso dell’ospedale di Rovigo. In ospedale il bimbo arrivò in pessime condizioni e, dopo essere stato trasferito in Pediatria, nemmeno i medici rianimatori e gli anestesisti riuscirono a salvarlo. Morì nel pomeriggio.

Secondo l’autopsia il bambino avrebbe avuto una ‘infezione intestinale virale’ causata da un virus ‘sconosciuto’ che avrebbe causato una «patologia diarroica e uno shock ipovolemico con una insufficienza multiorgani». Cioè il bambino avrebbe contratto un virus che in poche ore ne avrebbe fiaccato il fisico tanto da far collassare diversi organi. Al centro dell’inchiesta è quindi finita la guardia medica che, rispondendo al telefono ai genitori del bambino, consigliò di continuare con la terapia prescritta dalla pediatra che prevedeva tachipirina e fermenti, senza andare a visitare personalmente il bimbo che si trovava in situazione di emergenza. In casi di emergenza, infatti, la guardia medica dovrebbe visitare personalmente i pazienti e non limitarsi a consigli ‘telefonici’. Una mancata prontezza che è costata a Bazzi due anni di condanna, una pena esemplare per un omicidio colposo dato che con il rito abbreviato il giudice è comunque obbligato a ‘scontare’ un terzo della pena prevista.