Viene assolto, ma è già morto

Giuliano Ferraccioli era finito a processo per alcune irregolarità amministrative

Giuliano Ferraccioli, morto a 67 anni otto mesi fa (foto Donzelli)

Giuliano Ferraccioli, morto a 67 anni otto mesi fa (foto Donzelli)

Rovigo, 8 ottobre 2015 - Dopo otto mesi dalla morte dell’ex presidente di Polesine Acque, Giuliano Ferraccioli, arriva l’assoluzione. Un processo che lo vedeva imputato in Tribunale a Venezia, si è infatti concluso, l’altro giorno, in primo grado con l’assoluzione del noto amministratore che fu anche ex sindaco di Bergantino, per un periodo a capo anche del Censer, morto nel febbraio scorso, a soli 67 anni , a causa di una terribile malattia.

I famigliari hanno però voluto che l’iter giudiziario proseguisse per rendere giustizia al loro caro defunto, su cui pesava quell’accusa di non aver esercitato con correttezza il compito di legale rappresentate della società di cui era a capo. Ferraccioli era infatti stato chiamato rispondere, nel 2012, in concorso con altri membri della società, per aver riversato nell’impianto di Cavanella d’Adige, di proprietà della società Ferrari &Figli di Ferrari Antonella, dei fanghi considerati pericolosi, in quanto fuori dai parametri previsti dalla normativa in materia.

La presunta irregolarità era scattata dopo un controllo a campione effettuato su uno dei camion che si trovava in discarica. L’accusa, sostenuta dal procuratore del capoluogo veneziano, chiedeva per i tre imputati nella vicenda, tra cui appunto Ferraccioli, la condanna penale al pagamento di una pena pecuniaria, di circa 1500 euro ciascuno. Ma la difesa, portata avanti dall’’avvocato Michele Ciolino, è riuscita a smontare la tesi accusatoria, in quanto i fanghi analizzati a campione, nel periodo che intercorre tra un controllo e l’altro, possono subire, come dimostrato, delle modifiche dovute anche alla peculiarità del sottosuolo polesano.