Sangiovese e Masterchef, una sera di degustazioni

All’Enoteca Divinoh e all’Hospital, star Stefano Callegaro FOTO

Al centro, l’aspirante Mastechef Stefano Callegaro

Al centro, l’aspirante Mastechef Stefano Callegaro

Rovigo, 27 noevmbre 2015 - Il Sangiovese è il re incontrastato dei vini rossi del centro Italia dove è praticamente presente in ogni zona. Ed è stato questo vino il protagonista della serata organizzata al Divinoh, la nuova enoteca di via Badaloni a Rovigo gestita da Gianluca Sattin e Massimo Barbin.

Elegante, ricercata, con una ricca proposta di etichette italiane e francesi, l’altra sera l’enoteca è stata teatro di un appuntamento assai interessante. Sangiovese a parte, i flash dei fotografi e dei telefonini erano tutti per Stefano Callegaro (foto), il cuoco adriese rimasto in corsa con altri tre concorrenti per la corona di Masterchef, la fortunata trasmissione di Sky. L’agente immobiliare, ai fornelli per passione, ha preparato un petto d’anatra, crema di pere e liquirizia abbinato al vigna Grospoli 2009. L’aspirante Masterchef ha poi dovuto abbandonare in fretta e furia la serata per correre all’ospedale di Adria dove è nato nel corso della notte il primogenito, Andrea.

L’appuntamento, al quale hanno preso parte una quarantina di ospiti, è proseguito con la proposta di Adriano, cuoco del ristorante Hospital, il quale ha invece offerto una tartare di cervo, meringa salata al pino mugo con frutti di bosco, abbinata al Cepparello. Sette in tutto le degustazioni di altrettanti tipi di Sangiovese.

Da apprezzare la sapienza con la quale i ragazzi dell’Ais rodigina hanno contribuito a indottrinare i presenti sulle qualità del vino. Sono stati abbandonati i tecnicismi formali della materia per lasciare spazio a un modo di esporre schietto e sincero, capace di trasmettere così l’essenza di questo vino.

Nel corso della serata il Sangiovese è così diventato il protagonista assoluto che, nel suo viaggio attraverso i molteplici terroir in cui si coltiva, dialogava idealmente in prima persona con coloro che attraverso la loro cultura, il loro sapere e la dedizione, hanno creduto nelle sue potenzialità, facendolo diventare uno dei vitigni italiani più apprezzati al mondo.