Oscenità in rete, disoccupato denuncia altri due religiosi

Il 32enne accusa tre religiosi di molestie su Internet

Sacerdoti (Foto d'archivio)

Sacerdoti (Foto d'archivio)

Rovigo, 25 aprile 2015 - E’ PASSATO un mese da quando ha denunciato un parroco di Taranto per molestie sessuali, avvenute a mezzo internet, sia alla procura di Rovigo sia al tribunale ecclesiastico Pugliese. Ma A.B., rodigino di 32 anni, non si è fermato. Prima ha denunciato, sempre al tribunale ecclesiastico di Brescia, un altro parroco, che a suo dire gli aveva mandato dei video e delle foto compromettenti, che lo ritraevano in atti di auto erotismo. E ancora, sempre un mese fa, il giovane ha denunciato ai carabinieri di Rovigo un terzo prelato, questa volte un frate di Messina, accusandolo addirittura di molestie e abusi sessuali su minori. Nella sua denuncia, spiega il ragazzo, le foto incriminate: il prete gli avrebbe infatti inviato sempre via internet delle fotografie che lo ritraevano in veri e propri atti sessuali con dei minorenni.

Sul caso, ora, è stata aperta un’inchiesta penale, e il rodigino non vuole rivelare ulteriori dettagli. Ma spiega invece bene perché ha denunciato alla curia di Brescia il secondo parroco: «Era qualcosa di inguardabile - racconta il 32enne-. E’ un prete gay di Brescia, ho tutte le prove e le documentazioni sui suoi comportamenti. Fa proprio schifo. Non sono contro la Chiesa e nemmeno contro i preti, ma questa cosa e davvero il limite dei limiti». Dalla curia di Brescia, per ora, nessuna risposta. Probabilmente si sta analizzando il materiale inviato dal rodigino per prendere poi dei provvedimenti nei confronti del parroco in questione.

Delle storie che hanno sicuramente lasciato l’amaro in bocca a tutti, quelle rivelate dal 32enne ai vari mezzi di stampa. Ma anche tanti dubbi: perché tutti i parroci con comportamenti sessuali deviati lo prendevano di mira? Sicuramente il suo profilo Facebook, in cui come foto compaiono solo immagini sacre e tra gli amici aveva solo parroci e uomini di Fede, fa pensare che il rodigino viva lontano dalla quotidianità dei suoi coetanei.

«L’ho aperto perché sono molto fedele e volevo confrontarmi con le persone su argomenti religiosi» spiega il 32enne. Una persona fin troppo fragile, raggirata dai sacerdoti e incapace di reagire, visto che per ‘eliminare’ dal mondo virtuale persone moleste basta un click, o invece un compiacente, che fino a un certo punto ha accettato le regole del gioco, per poi stancarsi e denunciare il tutto? Questi dubbi, comunque, non cambiano il succo della vicenda: quello scambio di foto ‘hard’ è davvero avvenuto e documentato. E se magari non perseguibili a livello penale, i comportamenti dei parroci sicuramente non rispettano i voti presi davanti a Dio, che chiedono la castità. Ma di certo, queste continue ‘disavventure’ del rodigino, fanno pensare che forse quello detto finora non sia tutto.