'E' venuto a mancare il Roverella', necrologio choc sulla porta

La pinacoteca è chiusa da mesi, infuria la polemica

Il necrologio affisso a sorpresa sul portone di Palazzo Roverella

Il necrologio affisso a sorpresa sul portone di Palazzo Roverella

Rovigo, 12 ottobre 2015 - La pinacoteca dell’Accademia dei Concordi inaccessibile. Un cartello affisso sul portone di Palazzo Roverella celebra tristemente la fine della pinacoteca dell’Accademia dei Concordi. In effetti, Palazzo Roverella, tra una mostra e l’altra (la trasferta a Rovigo della mostra padovana ‘I colori del sacro’ da novembre a gennaio e l’esposizione prevista da febbraio a giugno) resta desolatamente chiuso al pubblico. E poiché le opere della pinacoteca dei Concordi, che comprendono anche quelle della Sivestriana, vengono esposte solo durante quelle mostre, il palazzo resta inaccessibile per un terzo dell’anno, da luglio a ottobre.

Sulla vicenda infuria la polemica. «Il cartello attaccato sulla porta di palazzo Roverella non è uno scherzo di qualche burlone – dice Silvia Menon, consigliere d’opposizione in Comune –. Potrebbe averlo messo un dipendente di una delle cooperative che lavorano dentro al palazzo. Quest’anno la mostra rivolta all’infanzia non c’è. I lavoratori delle cooperative sono preoccupati. E uno strano silenzio avvolge anche la mostra di primavera. Si farà? Se la pinacoteca dell’accademia resta chiusa la gente non lavora. C’è un silenzio assordante da parte del Comune».

Le opere donate ai soci dei Concordi, dalla famiglia Silvestri e dai Casalini e poi accresciute di altri lasciti perché fossero esposte agli sguardi dei cittadini di Rovigo e di coloro che capitavano in città, sono sempre state disponibili a visite in ogni stagione fin dal 1833. Tanto più che, nel tempo, a quelle opere si sono dedicate cure e denaro pubblico per la loro sistemazion e per la loro conservazione. Solo che, Comune e Accademia dei Concordi, in anni recenti non sono stati in grado di garantire allestimenti e custodia, finendo per confinare le opere nel lato opposto della piazza, nel restaurato palazzo Roverella, appunto, dove le mostre organizzate dalla Fondazione Cariparo avevano cominciato ad attirare numerosi visitatori. Ecco, così, che i Concordi potevano esimersi da una pesante (e costosa) incombenza nei confronti della quale il Comune era moroso e inadempiente e la Fondazione Cariparo, che aveva ottenuto la gestione del palazzo per un decennio, poteva disporre di un patrimonio artistico che, purtroppo, è rimasto in gran parte in magazzino.