Soffoca la madre con un cuscino, poi si toglie la vita

Orrore a Santa Maria Maddalena, a perdere la vita sono la madre e il fratello del sindaco Daniele Chiarioni

I carabinieri nell’abitazione di via Lama a Santa Maria Maddalena dove viveva Leda Bianchi (nel tondo)  uccisa dal figlio Paolo. (Fotoservizio Donzelli)Paolo Chiarioni, 65 anni, prima ha ucciso la madre Elena Bianchi, 88, poi si è ammazzato

I carabinieri nell’abitazione di via Lama a Santa Maria Maddalena dove viveva Leda Bianchi (nel tondo) uccisa dal figlio Paolo. (Fotoservizio Donzelli)Paolo Chiarioni, 65 anni, prima ha ucciso la madre Elena Bianchi, 88, poi si è ammazzato

Rovigo, 30 giugno 2016 - Ha soffocato l’anziana madre con un cuscino e poi si è tolta la vita. L’omicidio-suicidio è avvenuto ieri mattina a Santa Maria Maddalena, in via Lama. A compiere il tragico gesto Paolo Chiarioni, 65 anni, fratello del sindaco di Occhiobello, nonché storico edicolante del paese, in pensione da qualche anno. Secondo una prima ricostruzione l’uomo che viveva nella villetta di Santa Maria con l’anziana madre, Leda Bianchi, 88 anni, da tempo malata e con problemi di deambulazione, ieri mattina si è diretto verso la camera della donna, situata la piano terra e, probabilmente con la ferma intenzione di porre fine alle sue sofferenze, le ha premuto un cuscino sul volto. L’anziana non è riuscita a liberarsi ed è morta. Poi, dopo essersi imbottito di tranquillanti, Chiarioni è andato in camera sua, al secondo piano della villetta, e si è adagiato sul suo letto con un sacchetto nero al collo, annodandolo con un cavo. Chiarioni, sotto effetto dei tranquillanti, non ha fatto niente per liberarsi ed è morto soffocato, come l’anziana madre pochi minuti prima.

A trovare il corpo, nel primo pomeriggio di ieri, la compagna di Chiarioni, Sergia Musacchi, 62 anni, arrivata presso l’abitazione del compagno attorno alle 14. La donna aveva tentato di raggiungere al telefono Paolo intorno a mezzogiorno, come era solita fare, ma non ricevendo nessuna risposta, allarmata si è diretta subito in via Lama. Una volta entrata in casa, si è diretta verso la stanza da letto del compagno, trovandolo steso sul suo letto, ormai privo di vita. Poi, l’amara scoperta del corpo dell’anziana. La donna ha allertato dunque il vicino di casa per chiamare i soccorsi, ma ormai, sia per la madre che per Chiarioni era troppo tardi.

L’omicidio-suicidio era infatti avvenuto diverse ore prima, probabilmente tra le 8 e le 9 del mattino. Sul posto i carabinieri della compagnia di Castelmassa e il Nucleo investigativo della compagnia di Rovigo, oltre che ai sanitari del Suem e al medico legale, arrivato per accertare le modalità della morte, su cui però pare non ci siano dubbi. Accanto a uno dei corpi, infatti, è stato rinvenuto un biglietto scritto a penna dallo stesso Chiarioni, dove spiegava le motivazioni che lo hanno spinto ad uccidere la madre, con cui da sempre conviveva e che aveva deciso di accudire senza l’aiuto di badanti o assistenti sociali.

Nelle ultime parole dell’ex edicolante, il racconto delle difficoltà che ultimamente la donna doveva affrontare in seguito all’aggravarsi delle sue condizioni di salute, acciacchi dovuti alla vecchiaia, ma che la rendevano particolarmente depressa, nonostante la lucidità mentale che continuava ad avere. A confermare il precario stato di salute della madre e la depressione di cui ultimamente soffriva il fratello Paolo, lo stesso sindaco Daniele Chiarioni, accorso subito nella casa dei famigliari dopo aver ricevuto al telefono la tragica notizia. Il sindaco spiega che i rapporti con entrambi non erano dei migliori e per questo non frequentava la villetta di via Lama. Intanto, il pubblico ministero Sabrina Duò ha stabilito l’esecuzione dell’autopsia su entrambi i corpi, oltre ad un accertamento calligrafico sul biglietto lasciato dall’uomo.