Esalazioni killer, "Dentro quella vasca c’erano sostanze sospette"

La commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali sul luogo della tragedia costata la vita a quattro operai alla Coimpo FOTO I funerali - La tragedia - Le vittime - La fiaccolata

La commissione parlamentare alla Coimpo (Donzelli)

La commissione parlamentare alla Coimpo (Donzelli)

Adria (Rovigo), 1 ottobre 2014 -  Il 22 settembre alla Coimpo di Ca’Emo, l’azienda polesana che si occupa di compostaggio, hanno perso la vita quattro operai, in seguito aalla nube tossica che si è sprigionata mentre stavano riversando dell’acido solforico all’interno di una vasca.

Un altro operaio che si trovava alla guida di un escavatore è stato portato in salvo. Una procedura che, secondo il racconto degli stessi operai, seguivano più volte a settimana e considerata priva di rischi. Il giorno dopo l’accaduto la Procura ha iscritto sul registro degli indagati cinque persone: Gianni Pagnim, presidente del consiglio d’amministrazione della Coimpo, la figlia Alessia, amministratore delegato, Glenda Luise, anche lei amministratore delegato, Rossano Stocco (risultato gestore della vasca killer) e Mario Crepaldi. La Procura, affiancata dai tecnici dell’Arpav, ha prelevato dei campionamenti nel luogo dell’incidente e nei prossimi giorni provvederà a visionare i filmati di quella mattina per confermare le versioni dei testimoni.

I carabinieri hanno in questi giorni raccolto la testimonianza dell’operaio sopravvissuto, Massimo Grotto, dimesso dall’ospedale dopo lo scioglimento della prognosi. L’azienda è tuttora sotto sequestro per favorire le indagini. A togliere i sigilli ieri, la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad essi correlati, per un sopralluogo nell’area.

HANNO tolto i sigilli e sono entrati a ispezionare il luogo della strage. Sono arrivati in quattro ieri da Roma per varcare i cancelli della Coimpo. Quattro dei 24 membri della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati. Capo fila, chi la presiede, l’onorevole Alessandro Bratti, del Pd. Al suo fianco Alberto Zolezzi e Stefano Vignaroli del Movimento Cinque stelle ed il senatore Bartolomeo Pepe, gruppo misto. Ad accompagnarli, oltre al prefetto Francesco Provolo e il questore Rosario Eugenio Russo, anche il direttore generale dell’Arpav Veneto, Carlo Emanuele Pepe ed il sindaco di Adria Massimo Barbujani. Presenti anche il comandante provinciale dei carabinieri Stefano Baldini ed il comandante provinciale della Guardia di finanza, Carlo Saladino. Una manciata di minuti all’interno della Coimpo e le prime conclusioni. «Non ci sono dubbi si sia trattato di un incidente sul lavoro — ha commentato Bratti —. Ma il fatto che - facendo riferimento all’incidente di Latina - ci siano stati due incidenti sul lavoro in aziende di compostaggio, ha spinto la Commissione a vederci chiaro». «Il nostro compito è capire se le leggi in materia di smaltimento di rifiuti speciali siano adeguate e se ci sia un’eventuale carenza legislativa in materia».

«Il sospetto — ha spiegato il senatore Bartolomeo Pepe — è che tale nube tossica sia stata provocata da un materiale che non avrebbe dovuto esserci». Ed ha fatto sapere: «La commissione lavorerà a stretto contatto con la Procura di Rovigo». «L’azienda trattava rifiuti biologici — ha continuato Vignaroli — ma non è escluso che queste sostanze che stavano per essere smaltite all’interno della vasca fossero ben lontano dal biologico». «Il problema di questo tipo di aziende che si occupano di compostaggio — ha sottolineato Zolezzi — è che sotto banco si smaltiscano materiali pericolosi provenienti anche dall’estero. Inoltre, la mafia spesso è interessata a questo tipo di attività». Dopo l’incidente di lunedì scorso, l’Arpav sta monitorando l’area, per escludere eventuali residui tossici nell’area circostanze alla Coimpo. «Le centraline sono state raddoppiate dopo l’incidente — ha fatto sapere Carlo Emanuele Pepe, direttore generale dell’Arpav —. Non ci sono pericoli per la salute dei residenti di Ca’ Emo. Ora il problema che si presenterà sarà quello di bonificare la vasca in massima sicurezza». Ad affiancare la commissione nel tour alla Coimpo, ieri c’era anche il sindaco Barbujani: «Il giorno dopo l’accaduto, abbiamo provveduto a controllare anche la qualità delle acque degli scoli adiacenti all’azienda e lo stato di salute dei residenti. Nessuna conseguenza negativa, per ora».