Redditi, il «paperone» polesano è Azzalin

Seguono l’assessore leghista Corazzari e la consigliera grillina Bartelle

Graziano Azzalin del Pd (Donzelli)

Graziano Azzalin del Pd (Donzelli)

Rovigo, 9 gennaio 2017 - Tra palazzo Balbi e palazzo Ferro Fini i polesani in giunta e consiglio regionale sono tre: Cristiano Corazzari della Lega Nord, assessore, Patrizia Bartelle e Graziano Azzalin consiglieri di opposizione, rispettivamente del Movimento 5 stelle e del Partito Democratico. Anche i loro redditi sono pubblici, come quelli di tutti i colleghi e del presidente della Regione, Luca Zaia, che nel 2015 ha dichiarato 93mila 440 euro.

Corazzari nel 2015 ha depositato una dichiarazione di 61mila 837 euro, Bartelle di 54mila 775 e Azzalin di 98mila e 10 euro. Nel 2014 Corazzari dichiarava 47mila 861 euro, Bartelle 26mila 298 e Azzalin 100mila 200 euro. Sono tre situazioni molto diverse. Corazzari è assessore esterno, durante le regionali del 2015 era sindaco di Stienta, si è candidato con la Lista Zaia che non ha ottenuto seggi in provincia di Rovigo. L’indennità da assessore regionale è dunque quella di metà 2015. Situazione simile per Bartelle, di Corbola, che per metà 2015 ha svolto il proprio lavoro di poliziotta a Porto Tolle. Diversa quella di Azzalin che è consigliere regionale dal 2010, dopo quattro anni passati in giunta a Rovigo, come vicesindaco di Fausto Merchiori, dal 2006. Prima era impiegato tecnico nella divisione ambiente di Asm Spa, a Rovigo.

«Guadagnavo circa 30mila euro l’anno - spiega il consigliere del Pd -. Sono passati 10 anni, con l’aspettativa si conserva solo il posto di lavoro, nessuno scatto di stipendio». Azzalin, di Rovigo, con l’attuale legge nel 2020 non potrà ricandidarsi. «L’anno scorso ho anche rinunciato al vitalizio - ricorda l’esponente Pd -. Faccio presente che noi versiamo al partito mille e cinquecento euro al mese e che dalla scorsa legislatura l’importo dichiarato è complessivo, non c’è alcun rimborso aggiuntivo, non abbiamo collaboratori né portavoce né portaborse». Poi fa presente: «Con il referendum di dicembre, se avesse vinto il sì, il compenso dei consiglieri regionali sarebbe stato ridotto. Ora resta in piedi un nostro disegno di legge, che probabilmente verrà riproposto e che va nella medesima direzione».

Sulle dichiarazioni dei redditi, questo è il commento di Corazzari: «È importante che siano pubbliche, che la gente sappia. Come in tutti i lavori, se vengono svolgti bene i soldi sono guadagnati, altrimenti no. La differenza la fa la passione e io ne metto tanta». Patrizia Bartelle invece dichiara: «Troppi soldi. Infatti io ne tengo solo 2mila e 500, da quando sono in carica ho già restituito 27mila euro di cui 20mila al fondo del Ministero per le piccole e medie imprese e 7mila alle zone colpite dal tornato del 2015».