Rifiuti, i Cinque Stelle pronti a sfiduciare il sindaco

Per la caduta di Bergamin servono 17 consiglieri disposti a chiudere la propria esperienza. All’opposizione sono in 12.

Massimo Bergamin, sindaco di Rovigo (Foto Donzelli)

Massimo Bergamin, sindaco di Rovigo (Foto Donzelli)

Rovigo, 9 dicembre 2016 - «Al prossimo consiglio comunale ti aspetto con la mozione di sfiducia. Vattene prima da solo». E dà a Massimo Bergamin del «voltagabbana». La prima reazione verbalmente violenta al drastico cambio di linea del sindaco sul tema rifiuti è quella di Ivaldo Vernelli, consigliere comunale del Movimento 5 stelle.

Bergamin ha improvvisamente rinunciato alla propria personale battaglia contro il Consorzio rifiuti solidi urbani accettandone tutte le richieste. Ora Ecoambiente, l’azienda che raccoglie la spazzatura in provincia, ha un nuovo cda che seguirà alla lettera le direttive dei 35 sindaci allineati con il commissario liquidatore del Consorzio.

Vernelli lo accusa: «Dimostri di essere ricattato, quindi ricattabile dove sei più sensibile e non puoi reagire. Hai ceduto con ignominia rinnegando 18 mesi di coraggio. Sembri un codardo. Ora capisco perché non hai mai voluto attaccare davvero il Consorzio Rsu. Sei peggio dei tuoi nuovi alleati perché loro almeno sono coerenti. Fai meglio a dimetterti: la faccia l’hai persa e non salvi più l’onore. Almeno mostraci che ti vergogni».

Il risultato di tutto ciò è un Paolo Avezzù, presidente del consiglio comunale, ancor più determinante di prima. Per la caduta di Bergamin servono 17 consiglieri disposti a chiudere la propria esperienza. All’opposizione sono in 12. Tra Forza Italia e Presenza Cristiana i critici, anche se a giorni alterni, sono quattro. Decisivo è Paolo Avezzù che non perde occasione per provocare Bergamin. Lo critica per aver scelto Alessandro Duò amministratore unico di Asm. Si spertica in elogi nei confronti di Flavio Tosi, che si era candidato contro Zaia nel 2015 in Regione. Ha ripetuto ovunque andasse che avrebbe votato sì al referendum costituzionale. Si vanta di aver applaudito Angelino Alfano a Padova. Cioè fa tutto il contrario rispetto a Salvini, alla Lega e quindi a Bergamin. Ha perfino criticato Zaia sul riconoscimento del dialetto veneto come lingua. Avezzù è pienamente a proprio agio in questa situazione, pungola il sindaco che però senza i suoi voti non può fare nulla.

Alla domanda se voterà o meno per la sfiducia si prende il lusso di rispondere così: «È prematuro, dobbiamo trovarci con il nostro gruppo e i nostri referenti, ufficialmente siamo in maggioranza e incalziamo il sindaco per l’applicazione del programma. Poi vediamo». Avezzù ha appena lasciato Area Popolare per entrare in Obiettivo Rovigo con Luca Paron e Carmelo Sergi.