"Don, c’è una donazione per lei". Truffati 15 preti

Nel mirino del trio di malfattori, rinviati a giudizio, anche il parroco del Duomo di Rovigo e di Ficarolo

Un sacerdote (foto d'Archivio)

Un sacerdote (foto d'Archivio)

Rovigo, 12 febbraio 2016 - Oltre 15 parroci truffati a cavallo tra due regioni, tra i quali anche il don del Duomo di Rovigo. Truffe così ben collaudate che nel caso di un anziano monsignore di Ravenna avevano fruttato qualcosa come 390mila euro. E che sono costate la richiesta di rinvio a giudizio per tre uomini di 44, 45 e 46 anni, tutti residenti a Ferrara già noti agli archivi delle forze dell’ordine.

Nell’udienza preliminare che si è aperta ieri mattina davanti al gup, a Ravenna, sono stati chiamati a rispondere di associazione per delinquere finalizzata proprio ai raggiri dei don tra il 2011 e il 2013. Il 46enne, indicato come promotore, era quello che per l’accusa scovava le informazioni, contattava i don e chiedeva loro il denaro. Il 44enne poi organizzava il tutto e infine il 45enne si occupava della riscossione e della custodia del denaro. In Polesine le truffe risalgono al 2013. Nel mirino del trio criminale sarebbe finito persino il parroco del duomo di Rovigo. Il 46enne lo aveva contattato spacciandosi per un notaio e successivamente come il figlio di un fedele defunto.

Sul piatto, una donazione di 40mila euro lasciata proprio dalla famiglia del defunto come ringraziamento del funerale, celebrato proprio dal don. Per ottenere la somma, però, il parroco avrebbe dovuto versarne il 10% come cedola di sblocco, denaro che il finto notaio avrebbe provveduto a incassare. Ovviamente, della donazione non c’era alcuna traccia. Copione simile anche a Ficarolo, nel maggio del 2013, ma questa volta il leader del trio avrebbe contattato il parroco del paese spacciandosi per un avvocato, intenzionato a donare alla parrocchia sempre 40mila euro, come ringraziamento per il funerale di un congiunto.

Per riscuotere il denaro però, il parroco avrebbe dovuto versare due vaglia postali rispettivamente da 2.500 e 1.500 euro per coprire le spese dei diritti notarili. Denaro ovviamente sparito nel nulla, come la fantomatica donazione. Motodo analogo usato anche nella vicina Padova, ma anche a Bologna, Forlì, Ferrara e Ravenna. I carabinieri però erano già alle costole dei truffatori e a fine 2013 per il trio è calato il sipario.