Rovigo, 7 marzo 2013 - DUE BOSSOLI e una lettera con minacce di morte è stata fatta trovare, nella giornata di ieri, dentro una sportina di plastica al cancello di un cittadino di Lendinara che si sta battendo contro l’insediamento delle centrali a biomasse. «Lascia il comando o scatta la resa dei conti … la morte»: questo è, più o meno, il senso della missiva.

In quella via non ci sono telecamere di sorveglianza e quindi non sarà facile individuare l’autore di questo vergognoso episodio che getta una luce sinistra su tutta la vicenda delle centrali. Una intimidazione senza precedenti nel territorio, ma che fa capire quali e quanti interessi ci stanno dietro le centrali. Gli impianti autorizzati dal Comune, non sono voluti dai cittadini che da qualche settimana sono sulle barricate per tutelare la salute delle emissioni delle centrali.

Un fatto gravissimo che deve far riflettere anche gli amministratori comunali attori del consiglio comunale dell’altra sera in cui tutti hanno detto di non volere le centrali senza individuare gli strumenti per vietarne gli insediamenti. Ora tocca al comando dei carabinieri dove è stata sporta denuncia effettuare tutte le indagini del caso. E la vicenda continua a rimanere viva anche per le iniziattive che i cittadini hanno comunque intenzione di portare avanti, nonostante il clima sia tesissimo. Oggi, alle 21, si riunisce la consulta.

All’incontro, nella scuola elementare di Ramodipalo, dovrebbero essere presenti sia gli amministratori che i tecnici della centrale che sorgerà in via Candio, a Rasa. Tanta gente sta seguendo con apprensione il rischio di veder nascere vicino a casa una centrale a biomasse. I comitati, dopo il consiglio comunale, stanno esprimendo, soprattutto sul web, la delusione per il nulla di fatto che è emerso dalla seduta consiliare rispetto alle attese della gente che chiedeva un no alle centrali.
 

«L’UNICA NOTA positiva di questa faccenda — scrive Manuela in Facebook — è la partecipazione dei cittadini. Un segnale per questi amministratori: attenzione, vaglieremo le vostre decisioni e vi guarderemo in faccia. E le vostre parole non saranno dimenticate». E Chiara scrive che «da giugno 2012 stiamo ancora aspettando l’incontro con il Comune. Il dialogo da parte nostra ci sarebbe, ma alla fine noi ascoltiamo, ma quando arriverà il momento di essere ascoltati?». I comitati stanno pensando ad altre iniziative per impedire la realizzazione della centrale in via Candio.
Clara Grossi