Lendinara (Rovigo), 31 marzo 2014 - MAZZI di fiori là dove la sua vita si è spezzata. Sotto quella colonna in pietra vista, tutto il dolore di una comunità che ha perso un’altra anima, un altro pezzo di sè. Matteo Bisi, 24 anni, è morto sabato sera (foto), dopo aver perso il controllo della sua motocicletta appena ritirata dal concessionario. Appena ha potuto impugnare il manubrio di quella Kawasaki Ninja ha voluto subito mostrarla a Igor Carboni, suo amico di vecchia data e compagno della cugina di Matteo.

Così è andato a trovarlo sotto casa, in via Marchefave, una strada appena fuori dal centro città dove a delimitare la via sono solo le recinzioni delle case. Igor Carboni è amico da anni di Matteo, hanno anche lavorato insieme per l’azienda che effettua trasporti per conto della TransLusia. Matteo ha insistito un po’ con Igor, perché provasse anche lui quella moto, ma l’amico ha declinato l’invito pur essendo pure lui un patito della due ruote.

E Igor è l’ultimo ad aver visto e parlato con il giovane centauro. Ripartito, ha fatto solo pochissimi metri prima di perdere il controllo della Kawasaki e andare a sbattere con la testa (aveva il casco) contro il muretto di un cancello che costeggia la strada. Igor è disperato e continua a ripetersi che se avesse «accettato di provare la bella moto, magari non sarebbe successo il terribile incidente» a cui ha, purtroppo, assistito di persona. E’ morto sotto i suoi occhi e, come chiarisce anche sui social network, nell’incidente i dossi «non c’entrano nulla». La dinamica dello schianto, infatti, è ancora al vaglio della polizia municipale che si è occupata dei rilievi.

Al momento non si esclude nulla ma l’ipotesi più accreditata è quella di perdita di controllo per la velocità della moto. Forse un’accelerazione improvvisa mal controllata, ma ci sono testimoni dell’accaduto e la dinamica, purtroppo, è chiara. Inutile il tempestivo arrivo dei soccorsi, la morte del giovane Matteo è stata istantanea. Sul posto erano accorsi anche i familiari di Matteo, che abitano a poca distanza dalla colonna in pietra.

IERI mattina, nelle chiese della città, si è pregato per il giovane scomparso e in particolare, don Luca, alla messa nella basilica della Madonna del Pilastrello, ha ricordato Matteo da piccolo, quando vestiva la tunica del chierichetto e serviva messa in santuario. La data dei funerali non è ancora stata fissata (ma saranno nella chiesa di Santa Sofia) e oggi in Comune la giunta deciderà quali iniziative intraprendere per quel giorno. Si pensa a una raccolta fondi per la figlia di Matteo, quattro anni, rimasta orfana di padre. Matteo lascia un fratello, Morgan, la mamma Annamaria Furini e il padre Remo, titolare del circolo Aics Furia. Suo zio, Roberto, è assessore comunale.

Clara Grossi