Rovigo, 20 aprile 2014 - A volte le cose accadono senza un motivo, a volte accadono in momenti particolari. A volte bisogna saper accettare, con difficoltà, ma saper accettare il destino. E mentre i piccoli problemi quotidiani appaiono insormontabili, tutte le sicurezze di una famiglia crollano, con un ragazzo di 18 anni che muore improvvisamente. E lo fa nel pieno della sua vita, in uscita con il gruppo scout che ama e che è diventato per lui una seconda casa.

Mattia Monesi (FOTOfrequentava da molti anni il gruppo Scout di Santa Maria Maddalena. Mattia ha compiuto l’intero percorso negli scout, che frequentava da quando aveva 8 anni. Era passato attraverso tutte le tappe, dal gruppo dei giovani lupetti al più maturo Clan, con cui l’altro giorno si trovata a Torreglia.

Per Mattia era diventata una seconda casa, una seconda famiglia, dove nascono amicizie, impegno, e tutte le cose belle della vita. Le uscite di gruppo, le riflessioni, il gioco, le difficoltà facevano parte della sua vita, così come il volontariato, la disponibilità, tenacia e costanza, caratteristiche che a fatica si trovano nei ragazzi di questa età.

Mattia viveva a Stienta, in via Argine Po, insieme alla madre Consilia, che lavora come donna delle pulizie a Ferrara. Il padre infatti era mancato tanti anni fa, quando Mattia era ancora bambino. Ed era cresciuto amato, unico figlio di una donna che aveva già sofferto. Ma ieri il destino ha voluto strappare alla mamma anche il giovane Mattia. Quante volte il 18enne, da Stienta, correva in bicicletta a Santa Maria Maddalena per ritrovare gli amici di sempre.

Nonostante gli studi in idraulica, all’Itis di Ferrara, l’attività di volontariato nell’ associazione volontariato di Occhiobello ‘Barbara’ gli aveva aperto gli occhi sul soccorso e le emergenze. Il sogno nel cassetto di Mattia, infatti, era quello di guidare l’ ambulanza un giorno. Una sensibilità verso il prossimo che continuerà a vivere, nella scelta della madre di donare le cornee di Mattia.

La sua vita del 18enne di Stienta era scandita dalla scuola, dalla vita scout e dagli amici. La voglia d’ indipendenza e di riscatto lo accompagnava nelle scelte di vita. Mattia frequentava l’ ultimo anno delle scuole superiori a Ferrara, viveva a Stienta con la madre, ma la sua vita era a Santa Maria Maddalena.

Ieri mattina, dopo il ritorno dei suoi compagni scout da Torreglia, tutti in lacrime e senza alcuna voglia di parlare, una croce di legno è stata posta di fianco alla roccia per ‘Gibo’, Gilberto Scarpante, altro scout che si era spento durante un’uscita pasquale con il gruppo, in seguito a un drammatico incidente d’auto. Una tragica coincidenza, capitata a distanza di 30 anni. A lui era stata dedicata una nel parco di via Gorizia, a Santa Maria Maddalena. E ora, è comparsa pure una croce di legno, per ricordare Mattia. Due ragazzi, due vite improvvisamente spezzate. Gli amici di Mattia hanno voluto subito ricordare l’amico, al fianco del compagno di vita Gilberto Scarpante.

«Era un ragazzo attento e disponibile — raccontano i compagni scout —. Il suo sogno era quello di diventare un’autista di un’ambulanza: gli piaceva aiutare gli altri, era questa la sua più grande caratteristica». Fanno loro eco i volontari del gruppo Barbara di Occhiobello: «Sì, conoscevamo Mattia, ma aspettiamo di parlare con la madre prima di rilasciare dichiarazioni — spiegano —. Possiamo solo dire che era davvero un ragazzo d’oro. Magnifico»

di Erika Cecchi e Caterina Zanirato