Rutti e ‘gas molesti’, finiscono davanti al giudice

Nei guai sette persone, tutte italiane, che avrebbero disturbato i residenti di Grignano con sonore ‘esalazioni’

Si sarebbero trattenuti davanti a un locale di Grignano (Foto di repertorio Pressphoto)

Si sarebbero trattenuti davanti a un locale di Grignano (Foto di repertorio Pressphoto)

Grignano Polesine (Rovigo), 28 gennaio 2016 - Si può finire davanti al giudice anche per non aver trattenuto i propri ‘gas’ corporei. La conferma è arrivata ieri mattina, quando sette persone sono state rinviate a giudizio per disturbo al riposo e alle attività delle persone e atti contrari alla pubblica decenza. Non si parla però di schiamazzi o urla nel cuore della notte. I sette sono infatti finiti a giudizio per «rutti e scoregge». Gli imputati hanno tra i 20 e i 45 anni e sono tutti residenti a Grignano Polesine e dintorni.

«Gli stessi sputavano per terra, ruttavano e scoreggiavano», questa l’accusa, come recita testualmente il capo d’imputazione. Per quanto riguarda gli atti contrari alla pubblica decenza, il reato è stato di recente depenalizzato, mentre il disturbo alla quiete è ormai a tiro di prescrizione, dopo 6 anni. I fatti risalgono infatti al settembre del 2010 e si sarebbero verificati all’esterno di un noto locale di Grignano Polesine.

I sette imputati, avventori del bar, secondo la ricostruzione dell’accusa, quella sera di settembre sarebbero rimasti davanti al locale a lungo, dando fastidio ai residenti della zona e ai passanti, soprattutto considerando l’ora tarda.

Comportamenti che si sarebbero concretizzati in schiamazzi ed ‘esalazioni’ corporee rumorose di vario genere. Evidentemente, qualche vicino di casa del bar non ha gradito gli sberleffi e il disturbo al suo sonno e così ha chiamato le forze dell’ordine. Per i sette ‘disturbatori’ è così scattata una denuncia e la comparizione in aula. Si tratta di sette persone, tutte italiane e che non avevano mai avuto problemi con la giustizia. Per loro in aula si è schierato un nutrito gruppo di difensori, tra cui gli avvocati Massimiliano Bellinello, Cristiano Crinò, Alberto Duffini, Massimo Zuppa ed Eugenio Targa. Tutti i legali puntano a dimostrare l’insussistenza delle accuse, soprattutto nell’ambito di un processo che nasce già ‘morto’, in vista dell’imminente prescrizione.

v.m.