Caccia ai pirati del fiume con il sonar

Tra Occhiobello e Papozze, grazie alle segnalazioni dei volontari, la Polizia provinciale ha trovato trova una rete da pesce gigantesca e fuorilegge

La gigantesca nassa recuperata dagli agenti della polizia provinciale

La gigantesca nassa recuperata dagli agenti della polizia provinciale

Rovigo, 17 luglio 2015 - Un ecoscandaglio per la lotta alla pesca abusiva. Grazie a questo strumento la polizia provinciale ha inferto un duro colpo ai pirati del fiume. Gli agenti hanno sequestratonel tratto di Po fra Occhiobello e Papozze otto bertovelli, una rete per la cattura del pesce di dimensioni gigantesche.

L’operazione è scattata all’alba di sabato. La polizia provinciale, guardie giurate volontarie della Fipsas e dell’associazione Giacche Verdi sono entrati in azione con due imbarcazioni e hanno recuperato gli otto bertovelli, attrezzi che catturano senza alcuna distinzione tutto il pesce del grande fiume. Le reti erano del diametro di un paio di metri e lunghi circa 7-8 metri.

Da alcuni giorni i volontari dell’associazione Fipsas di Rovigo, coordinati dalla polizia provinciale, stavano pattugliando il fiume, nel tratto compreso tra Occhiobello e Papozze, alla ricerca di attrezzi da pesca fuori legge con un ecoscandaglio.

Lo strumento fa una sorta di radiografia delle acque e consente così di individuare oggetti che si trovano sotto la superficie del fiume. Le reti sequestrate sono analoghe a quelle trovate durante le recenti operazioni condotte dagli agenti della polizia provinciale di Rovigo con i colleghi di Ferrara. E’ quindi evidente che i predoni del fiume operano ormai in bande e che sono guidate da una stessa mano.

Il bertovello è una rete fissata a cerchi di plastica, costituito da camere a forma di cono che consentono al pesce di muoversi solo verso l’interno intrappolandolo.

Il presidente della Provincia Marco Trombini, nel corso del consueto incontro con gli agenti della polizia provinciale ha rimarcato l’importanza delle operazioni di vigilanza anti-bracconaggio sulla pesca, in particolare nelle acque del Po e dei canali. Il presidente della Provincia ha ribadito l’impegno nella difesa «di professionalità e del servizio di vigilanza svolto a tutela del delicato e fragile territorio, da sostenere anche a livello regionale, con la nuova giunta». «E’ la conferma – ha proseguito – di un impegno svolto nonostante il periodo di incertezza che sta affrontando il corpo. In questo meomento nessuno è in grado di fornire garanzie sul loro futuro professionale e sulle funzioni di vigilanza ittica, venatoria ed ambientale sinora svolte. C’è il pericolo che quanto acquisito negli anni vada disperso». Marco Trombini ha rivolto alle guardie volontarie e a tutti i pescatori un appello a vigilare sul grande fiume offrendo così supporto all’attività degli agenti.

Nella scorsa settimana, la polizia provinciale aveva organizzato alcuni servizi notturni perlustrando su imbarcazioni il fiume Po, dalla sua foce all’altezza di Ficarolo, per individuare quei pescatori che operano con attrezzi proibiti ed in orari preclusi alla pesca professionale. L’ecoscandaglio è un apparato elettronico con il quale si legge il fondo marino e dei corsi d’acqua. Attraverso una sonda si riesce ad individuare qualsiasi oggetto.