Sberle al figlio per i video hard. Madre finisce a processo

Il ragazzo si rifiutava di consegnarle una ‘pen drive’ contenente alcuni video pornografici che avevano come protagonista il compagno convivente

Un ragazzino al computer nella sua stanza (Immagine di repertorio)

Un ragazzino al computer nella sua stanza (Immagine di repertorio)

Rovigo, 20 maggio 2015 - SBERLE, PUGNI e spinte nei confronti del figlio che, in un’occasione, sarebbe finito anche al pronto soccorso. Una madre polesana è stata rinviata ieri a giudizio dal gup Pietro Mondani con l’accusa di molestie compiute nei confronti del figlio minorenne. La causa di tanta violenza contestata alla donna, sarebbe, secondo l’accusa riconducibile al rifiuto da parte del figlio di consegnarle una ‘pen drive’ contenente alcuni video pornografici che avevano come protagonista il compagno convivente. In tale occasione, si sarebbe infatti verificato l’episodio di molestia contestato: la donna avrebbe, secondo l’accusa, messo le mani addosso al figlio quattordicenne, provocandogli una distorsione del braccio, in seguito al rifiuto di consegnarle quei video ‘hot’ registrati nella pennetta drive.

IL GIOVANE, in seguito alle botte, era finito addirittura al pronto soccorso dove era stato curato con una prognosi di 10 giorni. Sempre secondo l’accusa, in più occasioni, in preda alla frustrazione derivante dai litigi con il proprio compagno, la madre avrebbe picchiato, in almeno due occasioni il figlio, insultandolo in modo pesante e bestemmiandogli contro. Fabiola Castellacci, difensore della madre, spiega che «l’episodio contestato è uno solo e che comunque la donna continua a vedere regolarmente il figlio quattordicenne che vive con il padre. Il fratellino più piccolo invece è affidato a lei». Il giovane è difeso invece dall’avvocato Nicola Rigobello del Foro di Rovigo. Ora però la madre finita a processo dovrà difendersi dall’accusa di molestie nei confronti del figlio e di quel strattone che aveva fatto finire il minore all’ospedale.