Mercoledì 24 Aprile 2024

Slot machine, business a prova di crisi. In Polesine è boom: 4500 apparecchi

Guadagno garantito, ma per la polizia: «E’ facile l’imbroglio»

Sempre più sale gioco in città e in provincia

Sempre più sale gioco in città e in provincia

Rovigo, 6 gennaio 2015 - Siamo in media con le altre province del triveneto, ma la presenza di 792 esercizi pubblici dotati delle così dette “slot machine”, per un totale di circa 4.500 macchinette tra Rovigo e provincia, è una cifra che dà l’idea dell’ estensione del fenomeno del gioco d’azzardo. I nostri vicini di casa padovani hanno 40 sale giochi e 768 apparecchi solo nel centro cittadino e in Veneto e Trentino, secondo gli ultimi dati dell’ Agenzia delle dogane e dei monopoli, ci sono quasi 14mila punti di accesso e 554 strutture dedicate. L’Italia poi, detiene un triste primato: è il primo stato in Europa ed il terzo nel mondo per quanto riguarda le somme investite nel gioco d’azzardo.

Così, anche nel nostro territorio polesano, non siamo immuni alla crescita del mercato legato alle macchinette e, con essa, alla crescita esponenziale delle ludopatie o malattie da gioco. Ad occuparsi dei controlli presso le attività che detengono le slot sono la guardia di finanza e la polizia di stato che, a Rovigo, ha due unità dedicate proprio al gioco d’azzardo.

Ogni macchinetta è collegata telematicamente all’Agenzia delle dogane e dei monopoli e comunica, in tempo reale, ogni giocata. Allora, com’è possibile “taroccare” queste macchinette per elevare i guadagni di gestori e distributori? «Esistono 3 modi per imbrogliare il sistema – commenta l’ispettore Massimo Stefani, dell’unità dedicata al gioco d’azzardo della polizia di stato sezione di Rovigo – Il primo modo è l’intervento sul software. Sono stati creati dei sistemi che permettono di inviare all’agenzia dati falsi per ogni giocata. Il modo più semplice utilizzato, ma anche il più facilmente riscontrabile, è staccare il collegamento alla rete mentre il terzo, e più ingegnoso, è la creazione di “cloni” con gli stessi codici identificativi per avere due macchinette uguali: una realmente utilizzata e l’altra collegata alla rete che comunica saltuariamente dati falsi al sistema. Il nostro compito è quello di controllare i dati effettivi delle giocate delle macchinette presenti sul territorio. Ad oggi non ci sono, nella nostra provincia, stati di gioco d’azzardo illegale noti».

Ma continuano i controlli. Si perché, nonostante ci sia stata un’ inversione di tendenza dei vecchi esercizi che rifiutano l’installazione delle slot machine a favore del benessere dei propri clienti, è in continuo aumento il numero di nuovi esercizi e bar che decidono di “ospitare” il gioco d’azzardo nella sua forma più conosciuta, a fronte della possibilità di facili guadagni. I gestori delle attività commerciali quindi non aiutano a frenare il fenomeno e, purtroppo, il rischio elevato di perdita di denaro, la vincita indipendente dalle abilità del giocatore e l’incertezza che prima o poi questa vincita arrivi, non sembrano più essere deterrenti sufficienti per i giocatori. E diventa patologia.