Rovigo, 26 marzo 2012 - TUTTI a Taglio di Po hanno un autografo di Vigor Bovolenta, o una foto con lui che ti ‘svetta’ a fianco. Il gigante-campione, lo spilungone con i ricci. Vederlo in giro per il piccolo paese ai confini del Delta era sempre un evento. Perché lui aveva spiccato il volo. Ma di tanto in tanto tornava a casa dalla famiglia e non si negava mai. Lì c’è la sua palestra, il palazzetto dello sport in cui entrò da ragazzino e dove si scoprì un talento. Il merito è di Luciano Zanella, il professore che ha tirato su centinaia di ragazzini e ragazzine nel segno della pallavolo. Fu lui a insegnargli a palleggiare. Ce lo diceva sempre, con tanto orgoglio. Fu lui a sottrarlo al calcio e a fargli muovere i primi passi sotto rete, per poi lasciarlo andare generosamente quando gli ‘osservatori’ decisero di portarselo via, per lanciarlo nel volley che conta. Chi è entrato dopo di lui, in quella palestra, è cresciuto con il suo mito. E quando entrava da quella porta, per un saluto, l’allenamento si fermava. Tutti ci chiedevamo il perché di quel nome così strano, ma fatto apposta per lui, Vigor, che in campo era energia pura. Adesso quel nome diamolo alla palestra.

di Valentina Beltrame