In arrivo una pioggia di tasse. Fine anno da incubo per le tasche

Calvario per famiglie e imprese alle prese con i pagamenti

Una raffica di scadenze per i versamenti fiscali

Una raffica di scadenze per i versamenti fiscali

Rovigo, 30 novembre 2014 - INGORGO fiscale di fine anno: secondo Confapi famiglie e imprese del Polesine pagheranno in due mesi 391 milioni di euro. Quella Tasi pagata io l’ho. Bastasse solo la Tasi. Superato l’11 novembre con la scadenza del modello 730 integrativo, considerando poi le ritenute in capo ai lavoratori autonomi, la liquidazione mensile e trimestrale dell’Iva, fino al 31 dicembre si profila per imprese e famiglie un ingorgo fiscale da far tremare i polsi. Infatti sono 17 scadenze fiscali e contributive, tra cui gli acconti Irpef, Ires e Irap da saldarsi entro il 1 dicembre.

Il Centro studi di Confapi associazione delle pmi del territorio, ha stimato che il peso che si scaricherà sui contribuenti veneti sarà di circa 8,55 miliardi e in particolare la stangata a Rovigo sarà di 391 milioni di euro. Sono cifre da capogiro, che fanno riflettere in un momento in cui la nostra economia è sfibrata da recessione e deflazione. E non è certo la situazione ideale per il rilancio dell’economia e la tanto strombazzata crescita. Così la pensa Davide d’Onofrio, direttore di Confapi Padova e vice dell’associazione regionale. «Molte delle scadenze di dicembre – afferma D’Onofrio – riguardano appuntamenti mensili previsti. Di fatto, però è evidente che creeranno problemi a numerose imprese, soprattutto alle più piccole, quelle che hanno più difficoltà nell’accesso al credito e nel reperire liquidità, in un periodo in cui occorrerà  versare anche le tredicesime ai dipendenti». A questo punto, la ricetta è una sola: la diminuzione del carico di tasse. «E’ l’eterno problema – afferma Pier Orlando Roccato, rodigino, presidente regionale e fondatore della delegazione polesana di Confapi – per uscire circolo vizioso, per rilanciare i consumi e rimettere in moto l’economia, al di là del job act, dobbiamo abbassare il costo del lavoro di almeno 15 punti in percentuale. Altrimenti non riusciremo a competere nel mondo. Poi serve snellire la burocrazia, basti pensare che in due mesi gli imprendiotori dovranno consumare 5 giorni per gli adempimenti fiscali».

IL GUAIO è che il carico fiscale potrebbe, invece, addirittura aumentare, se il Governo non riuscirà  a tagliare la spesa pubblica nella misura prevista. La legge di stabilità  prevede infatti un aumento dell’Iva al 24% nel 2016, mentre nel 2018 potrebbe sfondare il tetto del 25,5%. «Ciò comporterebbe – puntualizza D’Onofrio – un carico di imposte indirette di circa 239 milioni nel 2016, 343 nel 2017 e addirittura 412 nel 2018. E’ chiaro – conclude – che le difficoltà  di oggi hanno origini lontane, ma se Renzi non riuscirà a ridurre sprechi e inefficienze a rimetterci saranno ancora una volta le imprese e tutti i cittadini».