Pagare le tasse con lavori socialmente utili: "Interessante, ma è difficile da attuare"

Lo prevede il decreto ‘Sblocca Italia’, tuttavia il sindaco Bergamin appare scettico

Lavoratori socialmente utili (foto d'archivio)

Lavoratori socialmente utili (foto d'archivio)

Rovigo 2 agosto 2015 - Non puoi permetterti di pagare le tasse? Potresti lavorare gratis per il Comune e saldare il tuo «debito»: molti sindaci e assessori di diversi comuni del Veneto stanno aderendo con entusiasmo al così detto «baratto amministrativo», ma Rovigo non sembra essere tra questi.

Si tratta di una misura prevista per legge, in particolare dall’articolo 24 della legge che nel 2014 convertiva il decreto «Sblocca Italia»: i Comuni sono liberi di decidere gli oggetti del «baratto» con apposite delibere, riferendosi alle linee generali indicate nella legge in questione.

Quindi il Comune può proporre ai cittadini, attraverso un regolamento specifico, interventi quali pulizia e manutenzione di strade, aree verdi o edifici come «merce di scambio» al posto del pagamento di Tari e Tasi piuttosto che di una sanzione del codice della strada.

Tuttavia, la nostra città non è ancora stata «contagiata» dall’entusiasmo per questa eventuale modalità di recupero crediti.

Il sindaco di Ceneselli, nonché presidente della Provincia, Marco Trombini sorride parlando di questa iniziativa: «Posso dire che sicuramente è un’idea interessante, e di certo mi incuriosisce. Non avevo ancora avuto modo di confrontarmi con questa possibilità ma, dopo 11 anni da sindaco, non posso nascondere di essere un po’ critico: so bene come funziona il «lavorare per il Comune» e non è così semplice. Facciamo un esempio – continua Trombini – se chiedo ad un cittadino di imbiancare gli spogliatoi dell’impianto sportivo comunale, dovrò essere certo che abbia la capacità di farlo, che lavori in piena sicurezza e di potergli garantire un’assicurazione. Alcuni lavori poi richiederebbero anche la partecipazione a dei corsi obbligatori. Insomma, non è così semplice».

Sull’argomento storce il naso anche il sindaco di Rovigo, Massimo Bergamin che si dice disposto a parlarne ma definisce l’iniziativa come «l’ennesima fantasia creativa di Renzi».

Bergamin è più informato sulla questione visto che il consigliere comunale Silvia Menon ha recentemente presentato alla giunta una proposta riguardante il «baratto amministrativo», cosa che non è ancora stata presa in considerazione vista la presenza di priorità quali il bilancio previsionale approvato alcuni giorni fa.

«Insieme agli assessori Di Meo e Saccardin – commenta il primo cittadino – stavamo già pensando ad alcune ipotesi diverse per la contribuzione dei cittadini al mantenimento del decoro cittadino: dare in «adozione» aree verdi del comune alle associazioni piuttosto che alle strutture per anziani ma anche per i giovani in un programma di coinvolgimento sociale».

In ogni caso, Bergamin è contrario alle proposte «centralizzate» e conclude dicendo: «Se invece di continuare a tagliare il governo ci lasciasse i nostri soldi, avremmo tutte le risorse necessarie a badare da soli a noi stessi. Con le risorse ci penserei io ai miei cittadini».