Martedì 23 Aprile 2024

Sanità, un quarto degli ospedali è sotto la soglia di sicurezza per i parti

I dati del Programma Nazionale Esiti 2014 (Pne) evidenziano un miglioramento delle performance del Sistema sanitario nazionale, ma anche come permangano ancora inaccettabili differenze tra le Regioni. Lorenzin: "Adeguarsi agli standard, non è un optional è un obbligo"

La sala parto di un ospedale in una foto d'archivio (Ansa)

La sala parto di un ospedale in una foto d'archivio (Ansa)

Roma, 20 ottobre 2014 - Presentati oggi i dati del Programma Nazionale Esiti 2014 (Pne), sviluppato dall'Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas). 

I dati dell'edizione 2014 evidenziano come le performance del Sistema sanitario nazionale migliorano ma le differenze tra le Regioni, e soprattutto all'interno delle stesse, permangono. 

Il programma Nazionale Esiti (PNE) è un vero e proprio osservatorio, consultabile on line, in continua evoluzione che fornisce una fotografia su efficacia, sicurezza, efficienza e qualità delle cure prodotte dagli ospedali italiani analizzandone 129 indicatori. "Niente pagelle o giudizi né a livello regionale né a livello di struttura - specificano però Agenas e Ministero -. Il PNE è uno strumento operativo a disposizione delle regioni, delle aziende e degli operatori per il miglioramento delle performance e per l'analisi dei profili critici, attraverso attività di audit" e "le evidenze scientifiche dimostrano che la pubblicazione dei dati di esito e il loro utilizzo come strumento di governance migliora la qualità delle cure". Una fotografia dello stato del nostro Ssn, però il PNE la fornisce e si evidenziano "forti disomogeneità nell'efficacia e nell'appropriatezza delle cure tra Regioni, aree, ospedali, con importanti variazioni temporali", come anche il fatto che molte strutture eseguono un numero esiguo e sotto gli standard di interventi. Tra le novità del PNE 2014: il sito è consultabile on line previa iscrizione; vi sono, oltre all'analisi per 'Struttura ospedaliera/Asl' e 'Sintesi per struttura/Asl', anche una sezione dedicata all''Emergenza-Urgenza', una dedicata alle 'Sperimentazioni regionali' e una con gli 'Strumenti per l'audit'. 

Tra i dati che balzano agli occhi ci sono quelli sui parti. In Italia ci sono 133 strutture che effettuano meno di 500 parti l'anno (su 521 ospedali presi in considerazione), e che non rispettano quindi il parametro minimo fissato dai nuovi standard ospedalieri ministeriali. Le Regioni con più ospedali sotto la soglia di 'sicurezza' sono Campania, Sicilia e Lazio. Uno degli indicatori più importanti è quello che riguarda il volume di ricoveri per parto dove ancora molte strutture non raggiungono gli standard. E' stati infatti dimostrato i centri con un numero di nascite maggiori garantiscono migliori risultati per la salute delle donne e dei bambini. Il regolamento del Ministero della Salute sugli standard rimanda all'accordo Stato Regioni che, già nel 2010, prevedeva la chiusura delle maternità con meno di 500 parti.

Altro dato preoccupante riguarda i parti cesarei, ancora troppi in Italia, secondo quanto rileva il Programma Nazionale Esiti 2014. L'OMS specifica che una proporzione di cesarei superiore al 15% non è giustificata, sottolineando che il cesareo, rispetto al parto naturale, comporta maggiori rischi per la donna e il bambino, dovrebbe quindi essere effettuato solo in presenza di indicazioni particolarti. Il Ministero della Salute ha fissato al 25% la quota massima di cesarei primari per le maternità con più di 1000 parti e al 15% per le maternità con meno di 1000 parti. I dati fotografano un'incidenza media nazionale del 26% ma con una situazione di estrema variabilità a livello regionale: mentre le regioni del nord Italia si aggirano intorno a valori del 20%, al Sud i valori di incidenza di cesarei sono prossimi al 40% e, nel caso della Campania, arrivano al 50%. Liguria e Valle d'Aosta sono le uniche regioni del nord ad avere valori superiori a quelli nazionali.  

LORENZIN: ADEGUARSI A STANDARD E' UN OBBLIGO  - "I direttori generali devono adeguarsi agli standard, non è un optional. Il rispetto degli indicatori deve essere un dovere per le amministrazioni". E' quanto ha affermato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin durante la presentazione del Programma nazionale esiti. "Il Pne - ha specificato il Ministro - non è uno strumento punitivo o una classifica ma è un programma che ha l'obiettivo di valutare e misurare le performance delle strutture sanitarie. Dalle Regioni speciali abbiamo avuto problemi di ricezione dei dati, e questo è inaccettabile come le differenze che emergono tra le Regioni".