Giovedì 18 Aprile 2024

L'INCHIESTA DI Q.NET Sciarelli: "Da 11 anni cerco scomparsi, ma i mostri mi tormentano"

La conduttrice di 'Chi l'ha visto?' analizza il fenomeno delle persone che scompaiono. E confessa: "Sono due anni che dico che mi piacerebbe cambiare trasmissione"

Federica Sciarelli presenta Chi l'ha visto? (Olycom)

Federica Sciarelli presenta Chi l'ha visto? (Olycom)

Bologna, 26 novembre 2014 - Il primo novembre scorso, circa 20 giorni fa, è scomparsa Gilberta Palleschi, l'insegnante di inglese 57enne di Sora, nonché segretaria regionale dell'Unicef Lazio. Faceva jogging. Una circostanza normalissima, come quelle che spesso accompagnano tutti casi di persone scomparse, in Italia e all’estero. I numeri del fenomeno sono importanti: quasi 30mila casi dal 1974 al 30 giugno di quest’anno, 29.763 per la precisione. La fonte è l’imponente rapporto da poco rilasciato dall’Ufficio del Commissario Straordinario del Governo, autorità ad hoc che si occupa proprio delle persone scomparse.

I DATI: QUASI 30MILA SCOMPARSI

Ma qual è la portata del fenomeno? Perché le fasce più colpite sono quelle di donne, minori e immigrati? Quando scatta la ricerca di tutti quegli individui di cui improvvisamente si perdono le tracce? Come interpretare i numeri? La giornalista Federica Sciarelli, da 10 anni al timone del programma di Rai3 ‘Chi l’ha visto?’, ci fa luce su tutto questo. E ci spiega anche come, umanamente, riesce a convivere con i "mostri".

"Sono due anni che dico che mi piacerebbe cambiare trasmissione. O comunque lasciare ad altri ‘Chi l’ha visto’. Non è semplice combattere tutti i giorni contro i mostri". Federica Sciarelli al telefono apre due mondi. Quello della sua dolorosa convivenza, la tragedia mischiata alla speranza. E poi l’altro mondo, il suo. Fatto di estraniamento dalla fatica, di relax solitario, di emozioni personali. E di un inseparabile amico: “Il mio pastore tedesco Palme. Perché si chiamo così? Boh! - ride -. Quando ho voglia di rilassarmi o esco con lui, oppure vado a correre per scaricare". Federica Sciarelli conduce da quasi 11 anni (esordio 2004) ‘Chi l’ha visto?’. Più di un semplice programma settimanale. Un raccoglitore di grida d’aiuto, un punto di riferimento, una cane da guardia per tutti gli italiani. Anche grazie all’incredibile lavoro del sito web, che giorno per giorno si aggiorna per dare informazioni e ragguagli sulle persone scomparse. Ma come vanno interpretati gli ultimi dati del Viminale sul fenomeno? La conduttrice romana, 56 anni, è assolutamente scettica. La lettura tanto per non serve a nulla: "Bisogna interpretarli bene, non sono solo numeri. Ognuno di essi ha dietro una storia - spiega -. Molti sono omicidi: è necessario considerare sempre anche l’evoluzione della scomparsa. Se si può riassumere tutto in un numero? Assolutamente no. I numeri da soli non significano nulla. Specie quando si tratta di bambini".

Sono ben 15mila in 40 anni. Perché?

"Ecco, un numero del genere potrebbe indurre le madri a chiudere tutti i figli a casa per la paura. Ma ci sono delle ragioni specifiche, non banali, perché questo fenomeno delle scomparse si compia. Abbiamo avuto Denise Pipitone, il piccolo Tommy, Ciccio e Tore di Gravina di Puglia: tutte storie complicate. Sono tantissimi i minori sottratti da uno dei genitori. Si separano, uno se ne va e cambia Paese. E in questo senso, è brutto dirlo, ma contano molto i matrimoni misti: quando vanno a finire male, sono i bambini a farne le spese. Anche così spariscono nel nulla. Poi, c’è il dato relativo alla crisi della famiglia: è un’istituzione in cui si crede meno, e questi dati lo dimostrano".

Trentamila scomparsi in 40 anni, un terzo sono donne. Femminicidi in aumento?

"Stesso discorso: sono numeri da leggere con attenzione. Moltissime di queste donne sono straniere. Perché scompaiono? Cambiano Paese e non lasciano traccia, tra documenti inesistenti e vite ricominciate da capo. Quello dei femminicidi è un fenomeno che ha molta visibilità mediatica, ora di sicuro ha più spazio, ma c’è sempre stato. Anche il dato dei malati di Alzheimer va letto bene: abbiamo una popolazione invecchiata di cui si parla poco. Spesso sono lasciati soli, oppure si ostinano a compiere delle attività che non sono più in grado di portare a termine. Gli anziani vanno protetti. C’è un caso che mi è rimasto impresso".

Quale? 

"Quello di Primo Zanoli, ritrovato dopo 3 anni a Baggiovara da un’agenzia privata incaricata dalla famiglia. Era finito in un'intercapedine, non si sa come, forse in stato confusionale. Ecco, bisogna vigilare costantemente. I numeri freddi senza analisi non mi appassionano. Molte volte ci chiediamo: ma come vengono cercati? Depressioni, ossessioni suicide, perdite, senzatetto: è una casistica infinita con risvolti complessi".

‘Chi l’ha visto?’ ha un archivio enorme e una storia lunghissima. Quando partono le ricerche? 

"Partiamo di solito con la chiamata dei familiari, praticamente subito, e ci facciamo consegnare la denuncia di scomparsa. Poi tutto va sul nostro sito, che è continuamente aggiornato con foto e segni particolari. Alla foto sul sito segue l’appello. Se non li troviamo in una settimana allora il caso passa all’esame della prima serata, con un inviato sul posto. Abbiamo una squadra che lavora bene".

Come vi coordinate con le forze dell’ordine?

"Sono loro che dicono ai familiari ‘se volete rivolgetevi a ‘Chi l’ha visto?’, siamo in contatto continuo".

Ma spesso arrivate prima di loro.

"Fortuna, a volte. Altre, bravura. Andiamo porta a porta per capire: lo stiamo facendo ora per il caso di Guerrina Piscaglia. Quando arriviamo prima, il merito è anche dell’appello fatto in televisione. C’è stato il caso di un presidente di tribunale che aveva perso la figlia. Avevano mosso mari e monti, non ci siamo attivati con foto e segnalazioni. Alla fine è stata ritrovata su un treno dal personale dell’ospedale psichiatrico che l’aveva in cura. La fortuna conta molto, come le dicevo. Tenga comunque presente che buona parte di quello che sappiamo non va in onda. Scegliamo cosa trattare, siamo sempre rigorosi e attenti alla sensibilità del nostro pubblico".

Qual è il caso che l’ha più colpita?

"Indagini fatte così così e 17 anni di distanza tra scomparsa e omicidio. Quello di Elisa Claps è senza dubbio uno dei casi che mi ha più segnata. In realtà, tutte le storie che abbiamo trattato mi hanno colpita in qualche modo. Può capitare che nascano delle relazioni con i familiari. Come con Guido Claps, fratello di Elisa, con il quale ogni tanto mi trovo per portare giù il cane. Ma non parliamo di lavoro, mai".

E quello risolto bene che le ha dato più soddisfazione?

"Siamo contenti tutte le volte che riusciamo a risolvere qualcosa. Sappiamo che più passa il tempo, maggiore è la possibilità che le persone siano morte. Certo sono spaventata dalla condotta delle persone: sembra di essere tornati indietro nel tempo. La gente non matura, c’è troppo egoismo. Basta pensare agli omicidi stradali, per i quali stiamo combattendo ancora la nostra battaglia".

Ci parlava di Claps. Qual è in generale il rapporto che avete con i familiari delle vittime?

"Con il passare del tempo diventano un po’ i tuoi, di familiari. Prendo le cose come se colpissero me stessa. Mi sento in dovere di fare l’impossibile per aiutarli".

Arriviamo alla donna Federica Sciarelli. Come si fa a convivere con tutte queste tragedie?

"Avere a che fare sempre con i mostri non è facile, ti si attacca il dolore addosso. Io umanamente vengo coinvolta molto e quello della tragedia è un problema che c’è, e io cerco di conviverci. Quando non sono in sala di montaggio, cioè raramente, cerco di scaricarmi, di non pensare. Faccio moltissimo sport, esco col cane. Vivo sola con mio figlio e il lavoro lo lascio fuori dalla porta di casa. Certo, dopo 11 anni non è semplice. Ecco perché sono due anni circa che chiedo di poter cambiare…". 

Sta per lasciare il programma?

"No no, non ora. Però l’ho chiesto alla rete. Fino a quel giorno però non mi fermerò un attimo".

E cosa farà Federica Sciarelli dopo ‘Chi l’ha visto’?

"La giornalista, come sempre. Tornerò forse alla politica, come ai miei inizi? Chi lo sa".