Giovedì 25 Aprile 2024

Forlì, divieto d'accesso alla cultura. La lunga lista del patrimonio ferito

Palazzi e musei a rischio. Troppo costoso il restauro: si chiude invia le tue segnalazioni a [email protected]

Sotto inchiesta Qn

Sotto inchiesta Qn

LUCA BERTACCINI FORLÌ, 21 luglio 2014 - FOSSE in possesso del cartellino di Gareth Bale, il Comune di Forlì sarebbe a posto. Potrebbe sistemare, con 100 milioni di euro (per questa cifra lo scorso anno il calciatore gallese passò dal Tottenham al Real Madrid), i luoghi della cultura della città. Nel 2012 fece rumore, in tutti i sensi, il crollo del controsoffitto della biblioteca cittadina, all’interno di palazzo Merenda. Edificio che ospita anche il Fondo Piancastelli (contenente 50mila volumi dedicati alla Romagna), una parte della pinacoteca civica e alcuni musei. La precedente amministrazione stimò che per sistemare palazzo Merenda sarebbero serviti 15 milioni di euro.

LA STRUTTURA venne costruita nel 1722. Il crollo è stato il segnale che è arrivato il momento di metterci le mani. Ma chi li ha, oggi, 15 milioni di euro da tirare fuori sull’unghia? «Entro la fine dell’anno — spiega l’assessore alla cultura Elisa Giovannetti — termineranno le verifiche sismiche e statiche. Poi avremo un quadro più chiaro». Il fatto che palazzo Merenda sia vincolato non agevola le cose. «Alcune zone dell’edificio sono interdette per ragioni di estrema sicurezza, ma i servizi sono garantiti», precisa. Da mesi è chiusa l’ex emeroteca (il servizio è stato spostato in una stanza vicina); il crollo ha reso più complicato accedere ai Fondi Piancastelli. «Completamente interdetti» poi gli spazi della biblioteca tradizionale. Anche in questo caso comunque il prestito viene garantito. Da tempo gli studenti universitari e qualche politico chiedono l’allungamento degli orari di apertura. «Ci proveremo. Mi rendo conto che gli spazi per lo studio sono ridotti».

RECENTEMENTE il museo San Domenico è stato tra i cinque più visitati d’Italia con la mostra dedicata al Liberty. Ma gli altri spazi espositivi? Servirebbe un assegno da 18 milioni di euro per mettere a posto palazzo Gaddi. Esiste già un progetto esecutivo per riportarlo agli antichi splendori, ma il problema resta: «Come trovare i soldi? Ci stiamo ragionando». Due le possibilità: riceverli dalla Regione o dall’Unione Europea. Palazzo Gaddi ospita il museo del teatro romagnolo, oggetto di recenti (eccezionali) aperture serali. In autunno, grazie alla collaborazione con il Lions, verrà riaperto con maggiore continuità. Resta chiuso invece il museo del Risorgimento, all’interno dello stesso edificio. Non è possibile visitare la sale Gaddi e Giani. Potenziale inespresso poi all’ex monastero della Ripa, edificio di cui da anni si sta cercando di formalizzare il passaggio dal Demanio al Comune. L’area è enorme, 23mila metri quadrati. Cosa farne? «Ce ne dobbiamo occupare. Vorremmo concentrare qui gli archivi». La cifra per recuperare la Ripa? Incalcolabile. Una quindicina di milioni di euro potrebbero servire per rimettere in sesto (con finalità educativo-culturali) l’ex asilo Santarelli, anche questo in centro storico. Tanti, troppi soldi per fare decollare la cultura nella città del San Domenico.