Un anno, una storia. In 130 righe. Scrittori si può diventare, ecco come

Sette giorni alla chiusura della nostra iniziativa nell'ambito delle celebrazioni per i 130 anni del Carlino. Arrivati più di cento racconti. Valerio Massimo Manfredi: "Stile essenziale, niente esagerazioni"

Valerio Massimo Manfredi

Valerio Massimo Manfredi

Bologna, 24 aprile 2015 - SCRIVERE in questi anni «abbastanza piatti». Possibile? Certo, ma con due accortezze: uno sguardo attento all’Italia che fu e uno stile secco ed essenziale. La ricetta applicabile a una biro, a una Lettera 22, a un laptop e anche a uno smartphone è di Valerio Massimo Manfredi. Scrittore, storico e conduttore televisivo che con i suoi libri ha ispirato produzioni hollywoodiane. E le cui sceneggiature sono richiestissime in tutto il mondo. «Sto scrivendo una serie Tv per un produttore tedesco. Su cosa? Non posso dirlo. Di certo non mi ripeto». L’autore dell’acclamata trilogia di ‘Alexandros’ è nella giuria di qualità di ‘130 righe: un anno, una storia’, premio letterario bandito da Poligrafici Editoriale con la partnership di Unipol. E ci spiega quali sono gli ingredienti per la vittoria, ma anche qual è l’importanza del nostro giornale. Che ruolo ha avuto il Carlino in tutto questo tempo?  «E’ il giornale di Bologna, punto di riferimento per tutti i bolognesi. Un nome inconfondibile, una testata graficamente unica. Titoli assolutamente non confondibili con altri. La sua grande longevità non è un caso e gioca a suo favore. Il Carlino ha seguito l’evoluzione della politica, seguendo anche le ovvie pressioni che tantissimi anni fa i quotidiani subivano. Oggi la carta è più libera di scegliere la sua direzione». Ha avuto un grande ruolo nell’alfabetizzazione dell’Italia? «Direi di più, ha accompagnato l’educazione della borghesia che lo comprava. Per l’alfabetizzazione è stata più importante la Rai». La carta stampata sparirà? «Direi di no, anzi. In America c’è stata tempo fa la crescita esponenziale dell’e-book, ultimamente invece si sta tornando al libro di carta. Cosa vuol dire? Lo strumento elettronico regala comodità, ma ci priva anche della socialità. La bulimia elettronica sta provocando una reazione al contrario. Non è una questione di età e di nativi digitali, la carta è importante per tutti. Specie per il piacere di leggere gli approfondimenti». Ai partecipanti di ‘130 righe’ è stato assegnato un anno tra il 1885 e il 2015. Lei quale sceglierebbe? «Senza dubbio uno degli anni subito successivi alla fine della Prima Guerra Mondiale. Quello è stato un periodo intenso, l’Italia dovette reinventarsi, fu un periodo di grandi trasformazioni». E tra gli anni recenti? «Difficile dirlo, veniamo da anni abbastanza piatti. C’è la totale perdita della bussola, non si capisce la direzione. Cosa vuol dire questo Paese? Ce lo stiamo chiedendo». Scelga un tema allora. «Le migrazioni bibliche, che poi furono anche alla base del collasso dell’Impero romano. Il confronto tra civiltà è un tema che attraversa i secoli» . Come essere convincenti in 130 righe? «Stile essenziale, prima di tutto. Ci vuole secchezza, brevità. Non necessariamente bisogna raccontare guerre o rivoluzioni: anche una storia di un appartamento vissuto da tre persone va bene. Ci vogliono idee e passione per la narrativa». L’errore da non fare? «No alle esagerazioni, a tutte quelle spezie che si infilano per sovraccaricare la struttura narrativa. Farsi notare a tutti i costi non serve».

***

E’ TEMPO di affrettarsi e scrivere: manca una settimana, il termine ultimo è il 30 aprile 2015, per trasmettere i vostri racconti (oltre un centinaio quelli già pervenuti) a ‘130 righe. Un anno, una storia’, il premio letterario promosso da Poligrafici Editoriale con la collaborazione di Unipol Gruppo Finanziario per le celebrazioni dei 130 anni del Resto del Carlino. Il concorso, dedicato a scrittori e aspiranti storytellers, mira al duplice obiettivo di promuovere talenti emergenti e di offrire uno spaccato inedito degli ultimi 130 di storia del nostro Paese. Al momento della registrazione a ciascun candidato è stato e verrà assegnato un anno compreso tra il 1885 e il 2015. Obiettivo per tutti un racconto inedito e originale di 130 righe, che abbia al centro una storia (reale o di fantasia) legata all’anno assegnato. «Siamo orgogliosi di partecipare alle iniziative per i 130 anni de il Resto del Carlino – commenta Alberto Federici, direttore Comunicazione del Gruppo Unipol – e di farlo attraverso un concorso letterario che ci consente, una volta di più, di investire e sostenere la cultura in un momento non facile». Una giuria di qualità presieduta da Andrea Cangini (direttore di QN- il Resto del Carlino) e composta dallo scrittore Valerio Massimo Manfredi, Alberto Federici e Roberto Uberti sceglierà tre racconti, ai quali andranno rispettivamente 2.000, 1.000 e 500 euro. I tre racconti premiati saranno raccolti in un volume distribuito gratuitamente con il Carlino a luglio. Premiazione nel Cubo a inizio di luglio. Bando e registrazione su www.ilrestodelcarlino.it/130righe.