Lunedì 15 Aprile 2024

Cibo, lavoro, Expo: il mio impegno per il 2015

L'editoriale dell'artista, nell'ambito dell'iniziativa 'Direttore per un giorno' per celebrare i 130 anni del nostro giornale

Martina Colombari al Carlino (foto Schicchi)

MARTINA COLOMBARI AL CARLINO

Bologna, 7 gennaio 2015 - I discorsi di fine anno da Benigni al Papa, dai politici agli economisti e agli studiosi storici del nostro tempo sono stati tutti incentrati sul lavoro. Il lavoro che si perde, il lavoro che non paga, il lavoro che comporta uno struttamento più che una opportunità. Il mondo di cui faccio parte non fa eccezione, anzi direi che è stato tra i primi a imboccare una spirale di crisi precorrendo tristemente i tempi. Credo sia il momento in cui bisogna smetterla di piangersi addosso: è necessario cercare una soluzione alternativa, una via credibile.  Basta con il tormentone dei contributi statali, dei teatri vuoti, dei cinema sempre più deserti, della TV scadente. L'artista del 2015 deve finalmente saper guardare oltre. I meccanismi dei provini, delle scritture, dei contratti, degli ingaggi, non cambiano mai, semmai si involvono incapaci di capire come realmente stia cambiando (anzi, sia già profondamente cambiato) il mondo dello spettacolo.

Non si entra più soltanto nelle sale, nei teatri, nelle case: si entra nelle auto, nei metro, nei treni, si entra nei telefoni e nei tablet, nei computer. Mondi senza regole e senza confini. E' importante conoscerli, capirli, cavalcarli. E' necessario adeguarsi ai costi, ai compensi, ai margini che la nuova frontiera offre come opportunità e non come limitazione. Oggi chiunque recita, balla, informa, commenta, approfondisce. Bisogna prenderne atto e studiare un percorso diverso, innovativo. Penso che i primi a doversene accorgere sono manager, produttori e sponsor. Devono concentrare la loro attenzione, i loro sforzi su prodotti adeguati ai mezzi, senza trascurare le arti classiche, ma evolvendosi, diversificandosi. E' ancora possibile lanciare messaggi, descrivere realtà, trasmettere arte, imparare il mestiere, ma è il tempo di indirizzarlo a una forma nuova. Anche noi protagonisti dovremmo metterci a un tavolo per parlare, studiare, capire e infine trovare nuove forme di espressione.

In questo scenario che cambia ho l'onore di essere stata scelta come Ambasciatrice di EXPO2015. L'Italia è teatro di un'importante manifestazione internazionale che avrà come protagonista un tema così attuale: il cibo. Cibo come nutrizione, oggi chiamato mangiare bene, mangiare sano, kilometro zero,  attenzione all'origine degli ingredienti, bio; che ha le sue deviazioni nel junk food, nell'obesità, negli sprechi, negli OGM. L'altro volto del cibo è la malnutrizione, il modo politically correct di chiamare la fame.

Ho capito cosa vuole dire "fame" andando spesso in Haiti con la Fondazione Francesca Rava NPH Italia ONLUS di cui sono volontaria e testimonal (FOTO). Vuole dire non bere e non mangiare e per questo morire. In Haiti nelle baraccopoli più povere migliaia di bambini ancora oggi muoiono di sete e di fame.  La Fondazione Francesca Rava ha già realizzato importanti progetti contro la fame: il centro malnutrizione dell'Ospedale pediatrico St Damien, la produzione di pane e pasta nel microcentro industriale Francisville, la fish farm dei pesci tilapia, alimento sano  per i bambini dell'ospedale e delle scuole di strada. Molto c'è ancora da fare. Un bambino su cinque muore di fame in Haiti oggi.

Auspico che EXPO2015 possa portare dibattito e soprattutto risposte a questa disuguaglianze per me inaccettabili per cui ho scelto di dare il mio contributo come artista, mamma, volontaria, ambasciatrice.

di Martina Colombari

 

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