Una vita da 'biassanot'

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Gaetano Curreri (Schicchi)

Gaetano Curreri (Schicchi)

Bologna, 6 giugno 2015 - RACCONTARE il nostro rapporto con il Resto del Carlino, è un po’come andare alla genesi del nostro nome. Noi ci chiamiamo Stadio anche perché figli di quella epocale tournée che fu Banana Republic. Quel meraviglioso incontro fra Lucio Dalla e Francesco De Gregori avveniva per la prima volta nella musica italiana, negli stadi più belli e più grandi d’Italia e vedeva come testimoni di quell’incontro Ron e noi, Stadio, che però non ci chiamavamo ancora così... e allora perché Stadio? Be’ tutto comincia da quell’abitudine tipica dei tiratardi bolognesi detti Biassanot (masticatori della notte è la quasi traduzione letteraria dal bolognese all’italiano) di andare a comprare il giornale alla notte quando il quotidiano profuma ancora di stampa e ti attira come una calamita il ferro.  

Perché allora non era come è adesso che basta accendere un computer o un iPad e collegandosi ad internet sai tutto quello che succede nel mondo in tempo reale, basta andare nel sito di un giornale qualsiasi. A quel tempo, prima di andare a dormire era basilare fare una capatina in una delle due edicole aperte a Bologna per poter fare una scorpacciata di notizie che i più avrebbero letto la mattina dopo. Noi invece comprando il giornale a quell’ora, avremmo scavalcato la notte e ci saremmo potuti proiettare in pieno nel giorno che stava per arrivare. I giornali che si potevano comprare erano due, il primo il Resto del Carlino e l’altro lo Stadio. Noi li compravamo tutti e due, con quella sete di sapere tipica di chi ha vent’anni.  

IN UNA di quelle notti, davanti all’edicola di Porta San Vitale in compagnia del nostro amico e maestro Lucio Dalla, guardando le insegne che sovrastavano e illuminavano l’edicola pubblicizzando i due giornali che si stampavano a Bologna, Stadio e il Resto de Carlino .... decidemmo che il nostro nome sarebbe stato Stadio. Chissà forse ci saremmo potuti chiamare il Resto Del Carlino, ma il legame con Banana Republic e i luoghi dove questi concerti si celebravano, ci suggerì come più appropriato il nome della testata sportiva!  

Ma scherzi a parte, il Resto del Carlino è stato in quegli anni il giornale dal quale apprendevamo per primi le notizie belle o brutte che fossero. Chi non viveva di notte come noi le avrebbe lette il giorno dopo! Questo ci dava una sensazione fantastica, una vera e propria ebbrezza. Il senso di saperne di più degli altri soprattutto di quelli che perdevano tempo standosene a letto a dormire... Noi le cose le sapevamo prima!  

Ci sentivamo più avanti di tutti, proiettati verso il futuro e questo ci faceva sentire bene, quasi appagati perché ansiosi di sapere. Divorando il tempo che stavamo vivendo. Non ci sentivamo per niente dei vagabondi, dei perditempo, dei Biassanot.. come i più che se ne stavano a dormire avrebbero potuto pensare di noi.

 

di Gaetano Curreri, Roberto Drovandi, Andrea Fornili, Giovanni Pezzoli

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